LA CASA VERDE

Classe A o Fuoriclasse?!

Sempre più affannosamente oggi andiamo cercando il più insolito degli stratagemmi per risparmiare risorse, per impiegare sempre meno energia e per contenere i costi dei nostri gesti quotidiani dietro l'illusione che il risultato sia lo stesso... ma perché non fermarsi un attimo a chiedersi se veramente sia così?

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di Diomede Corso

lavatrice
Una lavatrice classe A
Davvero bisogna chiudere il rubinetto del gas per risparmiare sul riscaldamento oppure dobbiamo imparare cosa significhi veramente riscaldare una casa senza spifferi o cattivo isolamento? Sono i blocchi del traffico che risolvono il problema dell'inquinamento dell'aria o l'efficienza nei consumi di una macchina? Se ci sono 4 posti su un'auto possiamo anche andare in giro condividendo il nostro mezzo senza spostarci da soli?

Altri potrebbero essere gli esempi di comportamenti ambientalisti che guardano solo da un lato e non dall'altro, ma per quel che mi riguarda e per quello che riguarda il settore in cui ho maturato e continuo costantemente e quotidianamente a maturare un po' di esperienza le cose sono messe allo stesso modo.

Quando si parla di bucato e di lavatrici oggi la parola che tuona dalle rimbombanti bocche di chi vende e di compra una lavatrice è classe A! Apparentemente solo una lettera, la prima dell'alfabeto, che viene rafforzata con il segno + tanto più viene superato l'obiettivo che bisogna raggiungere per vedersela attribuire.

Partiamo dall'inizio, ovvero da come si crea quell'immensa montagna di panni sporchi che mi porta a chiedermi come mai una volta quando le famiglie erano più numerose cioè composte da 5-6 persone bastava una lavatrice da 5Kg per poche volte a settimana mentre ora con famiglie composte mediamente da 2-3 persone non bastano nemmeno più le fantomatiche Supercarico da 8Kg più volte al dì? La risposta è nella doccia! Già, il motivo che porta all'esigenza di lavare è l'esigenza di lavarsi. Dunque si lega il ritmo delle macchinate al ritmo della pulizia personale e tutto dipende dallo stile di vita di ognuno di noi, dal lavoro, dalle abitudini, dal tempo a disposizione, da una serie di fattori strettamente legati all'organizzazione del proprio nucleo famigliare, che negli anni è diventato sempre più impegnato nelle più svariate attività ricreative che un tempo non facevano parte della settimana.

Lavarsi diventa il problema e allora la domanda è meglio il bagno o la doccia? Chi non vorrebbe abbandonarsi al piacere di un rilassante bagno caldo dopo una giornata di stress? Ma allora come rinunciare alla corroborante cascata di acqua della doccia? Restando a guardare questa situazione per rispondere dal punto di vista di chi paga l'acqua consumata ovviamente la risposta è meglio la doccia rispetto al bagno perché una doccia in media consuma 80L contro i 120 di un bagno. Ma io che non ho mai sopportato di mettere il punto agli archetipi e restare in tacito assenso, comincio a smontarli questi archetipi, arrivando a dimostrare il contrario...o quasi.

Quella celebre frase sulla doccia rispetto al bagno è un'affermazione da legare ad un epoca in cui il lavarsi era un'esigenza settimanale; del resto l'uomo è arrivato alla frequenza di una pulizia personale quotidiana oggi, partendo forse dalla totale assenza di questo concetto, passando per epoche in cui forse solo a chi poteva permettersi questo privilegio era concesso un bagno nella vita arrivando piano piano (prima i ricchi, poi i benestanti, poi il popolo) al poter reperire tutte le risorse necessarie come acqua, il modo per scaldarla, il sapone e un luogo adatto (in fondo il ragazzo della via Gluck si lavava ancora giù nel cortil) a fare un bagno qualche volta al mese.

bucato
Se le nostre nonnine che tutto erano fuorché sprecone sapessero che oggi le lavatrici risciacquano con solo 2 passate, inorridirebbero!
Dunque se ai 120 litri di un bagno a cui si aggiungevano i 110 di un bucato con le Superautomatiche si preferiva la doccia ecco che i 230 litri previsti (ovviamente bagno o doccia da moltiplicarsi per quanti erano i componenti del nucleo familiare), potevano diventare solo 190.

Ma andiamo avanti con il discorso che si è evoluto come segue. Io stesso ancora non mi spiego come oggi debba esserci questa frenesia nel lavarsi quotidianamente, ben sapendo tutti che la pelle umana così fortemente sollecitata diventa maggiormente esposta agli agenti atmosferici come le tanto gridate micropolveri (o polveri sottili) correndo il rischio di soffrire di dermatiti.

La doccia tutti i giorni allora diventa necessaria, e ce ne sono tanti che anche quando ne potrebbero fare a meno non resistono alla tentazione di buttarsi sotto la cornetta e stare lì almeno una mezzoretta. Già, perché restava sottinteso che gli 80 litri sono stimati per una doccia di 5 minuti, ma io sfido chiunque ad aver messo il cronometro per vedere se veramente dura 5 minuti!!

E infine ritorniamo alle lavatrici. Impensabile che all'esigenza di lavarsi si debba accompagnare anche l'esigenza di lavare con una Superautoamtica: 110 litri tutti i giorni, concedetemi l'iperbole, ma sarebbe rimasto in secca anche l'oceano Pacifico!

Parte così la folle corsa alla riduzione della più importante delle componenti del lavaggio, come invece non è stato per le altre come ad esempio una drastica riduzione nell'uso di detergenti oppure di energia (sì, ci sono i cicli a 30°C, a 20°C e a freddo, ma poi mi spiegate cosa c'entrano i cicli vapore che a memoria di scuola si forma a 100°C!?).

I primi pulsanti sono i pulsanti 5/3 forse più pensati per quei carichi che mai avrebbero raggiunto il cestello pieno come certa biancheria delicata che non per l'esigenza di mettere la lavatrice mezza vuota, e poi piano piano passando da 70 litri a cicli fino ad arrivare agli spaventosi 35 litri senza voler considerare lavare la pretesa di una tazzina da caffè di acqua e delle fantomatiche plastiche cattura sporco.

Non volendo assolutamente accettare alternative all'energia elettrica (lavatrici con doppio attacco per acqua calda e fredda, oggi timidamente da qualcuno proposte) come fonte energetica per il riscaldamento dell'acqua ovviamente tanto più si riduce questa tanto più si riduce il consumo energetico necessario a scaldarla. E per lavare mi può anche star bene, ma se le nostre nonnine che tutto erano fuorché sprecone sapessero che oggi le lavatrici risciacquano con solo 2 passate, inorridirebbero!

micropolveri
La pelle umana fortemente sollecitata dai frequenti lavaggi diventa maggiormente esposta agli agenti atmosferici come le tanto gridate micropolveri

Infatti oltre a non ricordarmi di aver visto alcuna classe di efficacia di risciacquo (l'etichetta riporta i consumi energetici, la classe di efficacia di lavaggio, e di centrifuga), non si spiegherebbero i vari pulsanti preposti per aumentare l'acqua all'occorrenza (Super Risciacquo, Risciacquo intensivo, Più Acqua, ecc.). L'ultima che ho visto ha addirittura la possibilità di impostare questa opzione come permanente!!

Il ciclo in classe A sarebbe dunque solamente quelle senza nessuna opzione. Ma arriviamo alla quadratura del cerchio: supponiamo di lasciare il ciclo in classe A e consumare solo 35 litri...tutti i giorni, e di impiegare anche i famosi 80 litri per fare la doccia... tutti i giorni, arriviamo a 115 litri ma dobbiamo lavarci in 5 minuti e fare un bucato con il rischio che non venga nemmeno ben sciacquato!!

A parte la carica chimica di detergenti che ci portiamo addosso, ma 115 x 7 sono 805 litri a settimana per doccia quotidiana e lavatrice in classe A tutti i giorni, contro i 230 di un bel bagno la domenica e un bucato come si deve senza rischi.

Rendendomi perfettamente conto della innumerevoli variabili che intervengono in questo processo che considero imprevedibili, non tolgo affatto l'attenzione come pure avrei piacere che così fosse di chi legge, dal fatto che non solo la tecnologia aiuta l'ambiente, laddove una doccia permette di risparmiare rispetto ad un bagno e una lavatrice a consumi ridotti non abbandona allo scempio di litri e litri che se ne vanno, ma il comportamento di ognuno di noi può (anzi deve!!) fare moltissimo. Non nascondiamoci dunque dietro alla classe A, perché in fondo non è che un indice di riferimento da cui le nostri abitudini si possono scostare di poco ma talvolta di molto.

23 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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