Caccia: Orsi nel mirino

Rilascio della licenza di caccia a chi ha 16 anni se accompagnato, estensione del periodo e dei luoghi di caccia, riduzione delle sanzioni per chi uccide specie protette: le libertà concesse alle doppiette dal disegno di legge del senatore del Pdl Franco Orsi hanno sollevato un’ondata di proteste di dimensioni gigantesche. Piuttosto che ulteriormente legittimato, un "hobby" come la caccia non dovrebbe essere abolito?

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di Alessandra Profilio

fucile
Il ddl in materia di caccia presentato dal sen. Franco Orsi ha suscitato lo sdegno di ambientalisti, politici e cittadini.
Non è ancora legge, per diventarlo dovrà seguire l’iter di discussione e approvazione in Parlamento, eppure il Ddl in materia di esercizio della caccia, presentato dal Sen. Franco Orsi (Pdl), ha già sollevato una gigantesca ondata di proteste.

Le associazioni ambientaliste, il Pd e la maggioranza dei cittadini (dati Ipsos) considerano infatti il disegno di legge alla stregua di una vera e propria deregulation volta ad ampliare la libertà di azione dei cacciatori ai danni, ovviamente, della fauna presente nel nostro territorio. Duramente contestati sono il rilascio della licenza di caccia a chi ha 16 anni se accompagnato, l’estensione del periodo e dei luoghi di caccia, la riduzione delle sanzioni per chi uccide specie protette.

Il testo, se approvato, sostituirà la legge 157 del 1992, norma di equilibrio tra l’interesse nazionale alla tutela della fauna selvatica e la possibilità di esercitare l’attività venatoria.

franco orsi
Il sen. Franco Orsi, autore della stesura finale del ddl sulla caccia
Il Ddl appena giunto a Palazzo Madama costituisce il risultato di varie proposte avanzate dalla maggioranza. Autore della stesura finale è il senatore Franco Orsi, membro della Commissione Ambiente del Senato della Repubblica e della Commissione Bicamerale per la semplificazione della Legislazione.

Il testo ha scatenato lo sdegno di molti che lo reputano un “ritorno al Medioevo” ed un ulteriore allontanamento dell’Italia (anche in questo ambito) dall’indirizzo degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia, ha dichiarato in proposito: “Oltre a doversi indignare, giustamente, per la riduzione dell’età per conseguire la licenza di caccia e sulle sofferenze cui le vittime saranno sottoposte per puro divertimento, è importante protestare con veemenza sull’aumento previsto del periodo di caccia, sopratutto in febbraio, quando la maggior parte delle specie è in piena attività riproduttiva, incidendo fortemente sulle popolazioni migratorie, con danni per gli altri Paesi d’Europa ove queste specie rappresentano i messaggeri della primavera.

Oltre a questo è inammissibile che si voglia ancora estendere la già nutrita lista di specie cacciabili, che già oggi fa considerare prede uccellini come ad esempio le allodole e i merli dal canto melodioso. E la previsione di accogliere le richieste dei cacciatori di poter rivolgere le loro doppiette anche su altri uccellini di pochi grammi di peso, canori e in parte insettivori come la peppola e il fringuello (da sempre frutti proibiti dei Tartarini nostrani) non fa che evidenziare le assurdità che la legge Orsi vorrebbe introdurre nell’attuale ordinamento venatorio mediante la modifica alla legge 157 ottenuta, dopo lunghi dibattiti parlamentari e con una vasta confluenza di consensi, solo sedici anni fa”.

cacciatori
Piuttosto che ulteriormente legittimato, non dovrebbe essere abolito un hobby crudele come la caccia?
Legambiente, Lipu ed il WWF, per conoscere l’opinione dei cittadini riguardo la questione, hanno commissionato all’Ipsos un sondaggio pubblico. Da questo è emerso che l’86% degli intervistati è contrario all’allargamento del periodo di caccia, all’estensione dei luoghi in cui è consentito cacciare ed alla riduzione delle sanzioni per chi uccide specie protette; il 93% è sfavorevole all’autorizzazione a sparare agli uccelli migratori mentre il 94% non vuole che sia rilasciata la licenza di caccia a chi ha 16 anni se accompagnato. In generale, il 69% degli intervistati è contrario alle doppiette, il 21% neutrale e solo il 10% favorevole.

I dati confermano, dunque, il fatto che la caccia non è un fenomeno di massa ma riguarda esclusivamente l’1% della popolazione. Nel corso degli ultimi 20 anni il numero di cacciatori si è dimezzato. A contare il maggior numero di doppiette è la Toscana e, nel complesso, è il centro-nord del Paese ad ospitare circa il 70% dei cacciatori italiani. Seppur circoscritta, la caccia è comunque causa di distruzione della natura e massacro di animali.

Secondo quando riportato dalla LAV, ad essere uccisi per “divertimento” in Italia sono circa 100 milioni di animali ogni anno, cui si aggiungono morti e feriti accidentali anche tra gli esseri umani. Il timore è che un ampliamento delle libertà dei cacciatori, possa generare conseguenze ancora più gravi per la fauna del nostro Paese.

Ma in un’epoca in cui una schiera sempre più folta di cittadini appare maggiormente sensibile nei confronti degli animali e dell’ambiente, non sarebbe più corretto disincentivare un hobby come la caccia, piuttosto che favorirlo?

15 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
17/3/09 16:12, Marina ha scritto:
Ma sì, è il nuovo medioevo. Già che ci siamo si riapre anche la caccia alle streghe? Ah no...a pensarci bene quella non si è mai chiusa!
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