In natura non si producono i rifiuti

I processi e le reazioni chimiche che hanno permesso la vita sul nostro pianeta nel corso di questi lunghissimi anni non producono rifiuti. È stato necessario creare l’uomo per diffondere questa grande invenzione! Ecco quanto è emerso dall'intervento del Prof. Gianni Tamino al convegno "RIfiuto: RIduco, RIciclo".

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di Salvina Elisa Cutuli

fotosintesi
La fotosintesi clorofilliana è un processo fondamentale per l'economia della natura
In natura i rifiuti non esistono perché la natura non produce rifiuti.

Questa non è la formula che riassume il risultato finale di una ricerca scientifica, ma la semplice realtà dettata dallo studio analitico dei processi che contraddistinguono le reazioni chimiche naturali.

La natura ha una sua economia che si basa su un capitale naturale - la materia - e su una energia disponibile gratuitamente come quella del sole. Il pianeta è un sistema chiuso, ma non isolato, quindi scambia energia ma non la materia che rimane nel pianeta.

Questo l'esordio del Prof. Gianni Tamino al convegno "RIfiuto: RIduco, RIciclo" tenutosi a Gambettola lo scorso 25-26 ottobre, con il suo intervento dal titolo "Non bruciamoci il futuro".

Il Prof. Tamino ha spiegato come la stragrande biomassa che noi vediamo (qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici o alla produzione di ammendante agricolo, che rappresenta una sofisticata forma di accumulo dell’energia solare) è alimentata e garantita dall’energia solare che, catturata dalle piante attraverso appositi pigmenti, crea lo zucchero, una molecola complessa.

Durante questa reazione si produce l’ossigeno che si potrebbe considerare come scarto o “rifiuto”, ma in realtà, per noi umani l’ossigeno è fondamentale nel processo di respirazione che ci permette di demolire lo zucchero e ricavare l’energia necessaria. Gli scarti e i rifiuti della nostra respirazione sono la Co2 e l’acqua, entrambi fondamentali per il processo clorofilliano delle piante.

La materia organica di cui siamo fatti è frutto di una trasformazione continua di materia organica in materia inorganica grazie alle piante che sono i produttori primari alimentati dal sole. Ad eccezione di una piccola quota che entra in sistemi inorganici come le rocce o i giacimenti di carbone, di petrolio e di metano, complessivamente la materia viene tutta riciclata.

biomasse
Le biomasse sono alimentate e sostenute dall'energia solare
Questo ciclo potrà verificarsi finché ci saranno due condizioni fondamentali:

- la biodiversità degli organismi viventi sufficiente a mantenere i cicli;

- l’energia solare, l’ unica fonte energetica necessaria.

Analizzando superficialmente i diversi processi naturali ci si accorge che nel corso delle reazioni chimiche non vengono prodotti rifiuti e se anche venissero prodotti, alla fine ognuno di questi troverebbe una collocazione in un ciclo naturale. È proprio questa riciclicità in presenza di energia solare ad aver permesso la vita nel corso di questi milioni di anni.

L’uomo, invece, sembra essere totalmente nemico di questo principio divenendo un grande “creatore” di rifiuti.

Tutti i processi produttivi umani sono determinati da un flusso di energia fossile ed esauribile come petrolio, carbone e uranio e avvengono mediante la combustione. Il risultato ottenuto è un prodotto commerciale che deve “necessariamente” durare poco per aumentare i consumi e una gran quantità di rifiuti inquinati e non riciclabili. Gli ossidi di azoto - che le combustioni in natura producono solo in presenza di elevate temperature che permettono appunto una reazione dell’azoto con l’ossigeno - hanno “invaso” il pianeta a seguito dei numerosi processi di combustione avviati dall’uomo. Gli ossidi di azoto hanno dato origine a particolati, metalli pesanti, monossidi di carbonio, ossidi di zolfo, polveri sottili e diossine. Tutti prodotti che non si riciclano.

Anche di Co2, di per sé riciclabile, ne viene prodotta una quantità talmente elevata rispetto a quella riciclabile, che si accumula creando l’effetto serra. Dalla rivoluzione industriale in poi la sua è stata una crescita esponenziale. Pure i rifiuti, soprattutto da 50 anni or sono, vengono prodotti a dismisura perchè per "uscire dalla crisi bisogna consumare di più".

termovalorizzatore
Il fumo nocivo di un inceneritore
Anziché optare verso una diminuzione della produzione dei rifiuti e un riciclaggio di questi, si incentivano le costruzioni di nuovi inceneritori pensando di risolvere il problema rifiuti con un semplice processo di combustione di cui adesso conosciamo qualche conseguenza. Bruciando si accelera il processo di non soluzione che porta ad una strada senza uscita.

Circa l’80% dei rifiuti è riciclabile, si potrebbe benissimo potenziare questa percentuale grazie ad una diminuzione di rifiuti a monte. Ma questa forse non è la strada più redditizia!

Confrontando l’economia della natura con quella dell’uomo ci si accorge che la natura utilizza una fonte inesauribile che non costa nulla, il sole.

La percentuale di energia solare utilizzata nel pianeta nei vari processi e dall’insieme degli organismi viventi attraverso la fotosintesi clorofilliana è meno dell’1%.

L'intervento del Prof. Tamino è fondamentale per capire che giustificare l’utilizzo di fonti fossili non rinnovabili sostenendo che l’energia solare non è sufficiente a ricoprire tutte le richieste dell’uomo è solo una scusa riprovevole.

L’energia solare sarà disponibile per altri 4/5 miliardi di anni, impariamo ad utilizzarla!

12 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
14/3/09 21:52, pia ha scritto:
sarebbe necessario fare arrivare l'art.a berlusconi e a tutti coloro che si credono i padroni del mondo..................che Dio ci salvi.
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