Scontro tra sottomarini nucleari: Gran Bretagna e Francia tacciono

Presumibilmente fra il 3 e il 6 febbraio, due sottomarini nucleari si sono scontrati nelle acque dell’Atlantico. Le autorità dichiarano che non ci sono state perdite radioattive né feriti. Perché allora, sia la Royal Navy, sia le autorità francesi hanno tenuto nascosto l’incidente?

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di Elisabeth Zoja

Sottomarino Triomphant
Il sottomarino nucleare francese Triomphant
“Le possibili conseguenze sono impensabili. Un’esplosione nucleare sarebbe stata improbabile, ma non la possibilità di perdite radioattive. O, peggio, avremmo potuto perdere equipaggio e testata nucleare”, dichiara un esperto anziano della marina britannica.

Sia il sottomarino britannico Vanguard che il Triomphant francese erano equipaggiati con 16 missili, ognuno dei quali ha una resa esplosiva di 3.8 megatoni: otto volte la bomba che nel ‘45 ha cancellato la città di Hiroshima e 100.000 dei suoi abitanti.

Come è possibile che due sottomarini da migliaia di tonnellate (16.000 per il Vanguard) e lunghi 150 metri non si siano “visti” in tempo per evitare lo scontro?

A quanto pare, le tecnologie anti-sonar sono così avanzate e i motori così silenziosi da rendere difficile il rilevamento di un sottomarino, soprattutto se questo si muove molto lentamente (talvolta si spostano solo di 1 miglio all’ora).

Nonostante - o a causa - delle loro immense dimensioni i due sottomarini si sono scontrati. Secondo LA BBC non vi sono state fughe nucleari né feriti fra i 250 marinai a bordo.

Ma la faccenda non è chiara. Inizialmente, infatti, la Marine nationale de France ha dichiarato che “il Triumphant ha urtato un oggetto immerso (probabilmente un contenitore)”. La Royal Navy, inoltre, ha tenuto nascosto l’incidente per due settimane.

Il sottomarino nucleare inglese Vanguard
Il sottomarino nucleare inglese Vanguard
Forse non voleva fare brutta figura in occasione di un importante anniversario, ma la conferenza stampa per i cento anni della naval aviario è stata rovinata proprio da questa notizia, comparsa poco prima sul tabloid britannico The Sun.

In quest’occasione il comandante della marina Sir Jonathan Band ha ammesso che i due sottomarini “sono entrati in contatto”. Ma ha anche assicurato che la Gran Bretagna non ha perso le proprie capacità di attacco nucleare e che il Vanguard è tornato alla base militare di Faslane (in Scozia) senza alcun aiuto.

Nella base scozzese sono già iniziate le riparazioni. Il Vanguard ha un valore di 1,25 miliardi di sterline (equivalenti a circa un miliardo e 426 milioni di euro), ma i costi delle riparazioni non vengono svelati.

Potrebbero aggirarsi intorno ai 50 milioni di sterline, invece, i costi previsti per le riparazioni del sottomarino francese Triomphant.

Queste cifre sono ridicole se paragonate al danno in caso di perdite di testate nucleari sul fondo dell’oceano. I ministeri inglesi e francesi ci spiegano che i soldi dei sottomarini sono ben spesi: a causa del loro potere di dissuasione nessuno attaccherebbe i loro paesi.

Sottomarino Triomphant
Un'altra immagine del sottomarino Triomphant
Ma più probabilmente il vero deterrente ad un attacco verso l’Europa dato dalla protezione garantita dall’ombrello militare e nucleare americano.

Aggiungendo le loro armi nucleari, e mandandole in giro per gli oceani, gli alleati mettono a rischio l’ambiente e con esso la vita di milioni di cittadini.

I diretti interessati si affannano a spiegare che i sottomarini sono sicuri, e che infatti non è avvenuta nessuna perdita di materiale nucleare. Anche lo scontro non “doveva” avvenire; le probabilità che i sottomarini si trovassero nella stessa zona, infatti, erano una su milioni (naval source, The Sun). Eppure lo scontro è avvenuto.

3 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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