Sia il sottomarino britannico Vanguard che il Triomphant francese erano equipaggiati con 16 missili, ognuno dei quali ha una resa esplosiva di 3.8 megatoni: otto volte la bomba che nel ‘45 ha cancellato la città di Hiroshima e 100.000 dei suoi abitanti.
Come è possibile che due sottomarini da migliaia di tonnellate (16.000 per il Vanguard) e lunghi 150 metri non si siano “visti” in tempo per evitare lo scontro?
A quanto pare, le tecnologie anti-sonar sono così avanzate e i motori così silenziosi da rendere difficile il rilevamento di un sottomarino, soprattutto se questo si muove molto lentamente (talvolta si spostano solo di 1 miglio all’ora).
Nonostante - o a causa - delle loro immense dimensioni i due sottomarini si sono scontrati. Secondo LA BBC non vi sono state fughe nucleari né feriti fra i 250 marinai a bordo.
Ma la faccenda non è chiara. Inizialmente, infatti, la Marine nationale de France ha dichiarato che “il Triumphant ha urtato un oggetto immerso (probabilmente un contenitore)”. La Royal Navy, inoltre, ha tenuto nascosto l’incidente per due settimane.
In quest’occasione il comandante della marina Sir Jonathan Band ha ammesso che i due sottomarini “sono entrati in contatto”. Ma ha anche assicurato che la Gran Bretagna non ha perso le proprie capacità di attacco nucleare e che il Vanguard è tornato alla base militare di Faslane (in Scozia) senza alcun aiuto.
Nella base scozzese sono già iniziate le riparazioni. Il Vanguard ha un valore di 1,25 miliardi di sterline (equivalenti a circa un miliardo e 426 milioni di euro), ma i costi delle riparazioni non vengono svelati.
Potrebbero aggirarsi intorno ai 50 milioni di sterline, invece, i costi previsti per le riparazioni del sottomarino francese Triomphant.
Queste cifre sono ridicole se paragonate al danno in caso di perdite di testate nucleari sul fondo dell’oceano. I ministeri inglesi e francesi ci spiegano che i soldi dei sottomarini sono ben spesi: a causa del loro potere di dissuasione nessuno attaccherebbe i loro paesi.
Aggiungendo le loro armi nucleari, e mandandole in giro per gli oceani, gli alleati mettono a rischio l’ambiente e con esso la vita di milioni di cittadini.
I diretti interessati si affannano a spiegare che i sottomarini sono sicuri, e che infatti non è avvenuta nessuna perdita di materiale nucleare. Anche lo scontro non “doveva” avvenire; le probabilità che i sottomarini si trovassero nella stessa zona, infatti, erano una su milioni (naval source, The Sun). Eppure lo scontro è avvenuto.
3 Marzo 2009 - Scrivi un commento