Chiaiano : aperta la discarica, ma la protesta non si ferma

È successo in piena notte. A Chiaiano prima è arrivata la polizia, quindi i camion dei rifiuti, i primi dieci di una colonna che si allungherà nelle prossime settimane. È successo così, quasi di nascosto, e un po’ ce lo si aspettava anche se la speranza era che la discarica di Chiaiano non aprisse prima della pronuncia, ormai imminente, del TAR sulla questione.

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di Andrea Boretti

Manifestazione Chiaiano
Nonostante la popolazione sia fortemente contraria, alla fine la discarica di Chiaiano è stata aperta
I comunicati ufficiali raccontano che la discarica, imposta con la forza nei mesi scorsi, potrà contenere fino a 700.000 metri cubi di rifiuti con un massimo, per il momento, di 200 tonnellate al giorno. L’apertura è avvenuta con qualche settimana di ritardo perché si è dovuto provvedere alla rimozione di materiale contenente amianto ritrovato all’interno della cava e ad alcuni lavori lungo la parete rocciosa, ma ora, dicono, tutto è a posto.

Se così fosse l’articolo potrebbe finire qui come è successo in praticamente tutti i quotidiani nazionali che si sono limitati a riportare la sola notizia dell’apertura della discarica, ennesimo tassello del progetto Berlusconi per una Napoli “finalmente” pulita.

La verità, come spesso succede, è però ben più complicata.

La protesta, culminata qualche mese fa negli scontri con la polizia non si ferma, ed è di pochi giorni fa l’ennesimo incontro alla rotonda Titanic.

In questo luogo, ormai vero e proprio simbolo della protesta, si fa sensibilizzazione e si fa informazione, quella vera. Alla manifestazione sono così presenti Beppe Grillo - che incita alla ricerca di nuove forme di protesta, perché i cittadini comuni non possono mica assaltare le discariche difese dai militari - Padre Alex Zanottelli e molti tra medici e scienziati perché la questione, prima che di ordine e pulizia delle strade, è soprattutto una questione di salute pubblica.

I maggiori quotidiani hanno dedicato alla notizia che a Chiaiano è stato ritrovato del materiale contenente amianto, poco più di mezza riga, ma il particolare non è cosa da poco come ha spiegato Gerardo Ciannella Professore di Medicina e primario di Medicina del lavoro all’Ospedale Monaldi.

Secondo il Dott. Ciannella, infatti, nella zona di Napoli negli ultimi anni sono stati individuati circa 750 tumori polmonari l’anno di cui 45 appartenenti alla tipologia del mesotelioma pleurico, una patologia mortale strettamente legata all’amianto e alla sua lavorazione.

discarica chiaiano
La cava in cui vengono depositati i rifiuti conteneva amianto...
45 può sembrare un numero basso rispetto al totale, ma fa molta più paura se si pensa che fino a qualche anno fa erano circa 28 l’anno le persone che si ammalavano di mesotelioma e soprattutto se si pensa che, secondo gli studi del dottore, questi aumenti sono di carattere ambientale e non dovuti ad un rapporto lavorativo che metta in contatto diretto con le polveri di amianto.

Bene, nella discarica di Chiaiano lo stesso dottor Ciannella ci informa di come ci fossero 10000 tonnellate di amianto friabile (la tipologia più pericolosa).

Se tutto ciò non fosse sufficiente, a sollevare qualche dubbio sulla legittimità e soprattutto sull’opportunità della discarica di Chiaiano ci pensa il Professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università di Napoli che, nella relazione che ha stilato dopo essere stato ammesso all’interno della discarica, descrive la struttura appena approntata come già in uno stato precario: “Chiunque veda il cantiere capisce, anche senza essere un tecnico, che la discarica è in uno stato di dissesto e che deve essere assolutamente rifatta in gran parte”.

Il motivo di tale bocciatura, dice sempre il Professor Ortolani, è dovuto all’impermeabilizzazione della vasca assolutamente insufficiente a garantire che sostanze inquinanti non ne fuoriescano. In conclusione, “le evidenze raccolte certificano che la realizzazione della discarica finora è avvenuta in un cantiere allo sbando. Le prove fotografiche evidenziano inoppugnabilmente il dissesto ambientale della discarica e sottolineano che la sua attivazione nelle condizioni attuali può solo provocare un disastro ambientale”.

Sono quindi a rischio i polmoni degli abitanti di Chiaiano ed è a rischio la falda acquifera di quella zona, eppure la discarica è aperta e dovrebbe rimanere tale per circa 8 anni.

E poi cosa accadrà? Costruiranno un inceneritore per bruciare i rifiuti mettendo ulteriormente a rischio la salute dei cittadini e dell’ambiente in cui vivono?


Argilla accumulata fuori legge
In questi anni di perenne allarme ambientale (e conseguentemente di salute pubblica), la sfida dei rifiuti è tra quelle più importanti; per vincerla sono necessarie politiche a lungo termine che mirino all’abbattimento totale delle emissioni inquinanti e limitino a numeri molto vicino allo zero la produzione di rifiuti non biodegradabili.

In questo senso, la politica di un governo che risolva solo e male i problemi dell’”oggi” non curandosi di quelli del “domani” non può che essere definita approssimativa e miope.

Se la politica, di destra e di sinistra, ha quindi fallito e continua a fallire, allora sta alla gente comune fare in modo che le cose cambino e cercare forme di protesta diverse che obblighino la politica a guardare in faccia la realtà e mettere da parte gli interessi economici e di parte che la fanno agire in un certo modo.

Non ci resta, quindi, che sperare in dieci, cento, mille rotonde Titanic.

2 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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2 lettori hanno commentato questo articolo:
3/3/09 06:31, space ha scritto:
Non c'è, ma non c'è mai stata, lungimiranza da parte di una "classe politica" che ha portato l'Italia
allo sfacelo attuale...
Basta vedere come viene affrontato il problema energia, nuove centrali nucleari! :|

Mala tempora currunt...
3/3/09 06:15, giopetral ha scritto:
c'è poco da commentare, a questo punto c'è da' agire
bisognerebbe organirzzarsi insieme a tutti quelli
che ci stanno, parlo dell' intero popolo
italiano e fare la marcia su roma per la salutdi tutti
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