Nucleare: disgregazione della materia, della democrazia e della ragione

In questi giorni tutti parlano di nucleare. Con questo articolo Valerio Pignatta ci invita a riflettere sulla crisi dello strumento del referendum, sulle cosiddette “conversioni” degli ambientalisti a favore del nucleare, e soprattutto sull’estinzione della più rara delle specie: il buon senso.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google

di Valerio Pignatta


Da pochi giorni Berlusconi e Sarkozy hanno firmato un accordo che prevede la costruzione di quattro centrali nucleari in territorio italiano
Si sa. Ormai si sa. Tutti lo sanno. Tutti i nostri uomini politici più o meno acconsentono. Chi con una motivazione chi con l'altra. Ci stiamo arrivando. L'Italia si appresta a installare sul suo territorio centrali nucleari per la produzione di energia elettrica.

In questi giorni se ne sta parlando molto. Gli aspetti su cui volevo riportare qui l'attenzione sono tre:

- i referendum nei paesi cosiddetti democratici;

- gli ambientalisti “convertiti” al nucleare sulla via di Damasco;

- l'estinzione, tra le tante, della specie “comune buon senso”, che bisognerà tentare di riprodurre in cattività in appositi eremi isolati dal resto della “civiltà”.

Sono tre argomenti interconnessi su cui credo valga la pena riflettere.

Innanzitutto non so proprio come si fa a credere ancora nelle istituzioni “democratiche” quando le stesse dimostrano chiaramente un funzionamento e una finalità estranei all'interesse collettivo. Il fatto che il governo proponga il nucleare dopo il risultato contrario di un referendum popolare dovrebbe per lo meno suscitare qualche “vibrata (e concreta) protesta”, se non di meglio, da parte di più soggetti istituzionali e non.

Purtroppo la saggezza/incoscienza popolare italica si è abituata anche a questi soprusi. L'elenco di referendum aggirati o disattesi nella storia della Repubblica è infatti piuttosto lungo (si veda www.radioradicale.it/i-referendum-traditi). Tra gli altri:

- responsabilità civile dei magistrati;

- finanziamento pubblico ai partiti;

- abrogazione del ministero delle politiche agricoli e forestali;

- privatizzazione della RAI;

- rappresentatività per i contratti del pubblico impiego;

- contribuzione sindacale automatica.

Si può dire senz'altro che il meccanismo istituzionale di annullamento della cosiddetta volontà popolare è quindi ben rodato ed efficace.

D'altro canto, il sistema dominante funziona oltre che con il bastone (in questo caso legislativo) con la carota, ossia con i benefit, riconoscimenti e privilegi concessi a chi si lascia incantare dalle sue sirene. Penso che faccia pensare molto il fatto che un ex direttore di Greenpeace abbia nei giorni scorsi dichiarato di essere favorevole al nucleare.


Fanno discutere i casi di "conversione" al nucleare da parte di ambientalisti
Altri ambientalisti di spicco britannici hanno fatto eguali dichiarazioni esternandole come una sorta di “conversione” spirituale sulla via della comprensione, di fronte al disastro globale del cambiamento climatico.

In questi casi è difficile stabilire il grado di indipendenza di decisioni simili, le connessioni col sistema a livelli istituzionali, le paure reali e quelle instillate, la stanchezza di una vita “contro”, le tentazioni dell'ego ecc.

Una cosa è certa, e il sistema lo sa: come dicono gli induisti, quando una guida spirituale “cade”, il male che ne deriva è molto più grande perché la sua caduta trascina con sé molte altre persone che si perdono definitivamente. In questo caso siamo di fronte alla stessa situazione, sebbene su un altro piano, e la responsabilità di queste persone è davvero grande.

Infine due parole su quanto “buon senso” c'è nella scelta nucleare. Anche qui si può essere abbastanza schematici:

- L'uranio, elemento base per l'energia nucleare, è una risorsa non rinnovabile che sta giungendo al suo esaurimento. In realtà, checché se ne dica, non c'è abbastanza uranio per contrastare veramente l'effetto serra col nucleare come si vorrebbe far credere.

- Il costo di produzione per kWh dell'energia prodotta con il nucleare è tutt'altro che basso. Una ricerca statunitense, avvallata anche dall'industria atomica (il i>Nuclear Power Joint Fact-Finding), ha dimostrato che l'elettricità di una nuova centrale nucleare è destinata a costare il doppio (8-11 centesimi di dollaro per kWh) rispetto alla media. Nei paesi dell'Occidente sviluppato non si costruiscono più centrali da trent'anni. Negli USA, dove la loro costruzione è affidata all'iniziativa privata, non si fanno centrali perché l'energia prodotta con questi mostri costa troppo e i rischi sono tanti. Ai costi di costruzione bisogna infatti aggiungere, tra gli altri, quelli della decontaminazione degli impianti, della messa in sicurezza, dello smaltimento delle scorie ecc. Il costo finale è sicuramente altissimo e assurdo.

- Il problema delle scorie non è mai stato risolto. Quando si parla di centrali di ultima generazione, intendendo con questo termine centrali più sicure e che producono meno scorie, si usa un termine scorretto. Quello esatto sarebbe centrali di terza generazione, che sono quelle attualmente in funzione, di vecchia concezione. Si parla anche di reattori di quarta generazione, ma questi non saranno disponibili che tra venticinque anni. Quelle che si dice di voler avviare sono esattamente quelle di terza generazione, le stesse per le quali si sono avuti continui incidenti pericolosi. Terza o quarta generazione che sia, il rischio di incidenti catastrofici non è mai escluso, dato che qualsiasi tecnologia non è né eterna né infallibile e non credo possiamo permetterci di correre un rischio enorme come quello atomico.


Mentre molti paesi europei hanno intrapreso la strada delle energie rinnovabili, l'Italia ha deciso di puntare sul nucleare
- Gli altri paesi stanno già incamminandosi sul percorso delle energie rinnovabili e noi puntiamo sul nucleare sperperando il denaro che invece potrebbe essere utilizzato al fine di incentivare proprio il solare termico, il fotovoltaico, l'eolico ecc. Secondo la Iea (International Energy Agency), la percentuale di elettricità prodotta dal nucleare è destinata a calare dal 15 al 9% entro il 2030 proprio per la chiusura delle vecchie centrali.

- Il risparmio energetico, le case passive, la microcogenerazione ecc.: qualcuno sa che esistono? Le forme centralizzate di produzione e controllo dell'energia, con quello che significano anche a livello sociale, dovrebbero chiarirci che non si tratta di scelte esclusivamente energetiche ma anche politiche...

- La produzione di energia nucleare non può iniziare prima del 2019, come ha dichiarato la stessa Edison. Non si parli quindi di lotta al cambiamento del clima. Nel frattempo, per dieci anni, cosa facciamo? Ingrassiamo le lobbies del nucleare...

Se vogliamo impostare una resistenza attiva su questo tema direi che:

- Non è possibile farlo partendo dall'accettare di muoversi entro gli iter burocratici previsti pena l'inefficacia del risultato. Referendum docet.

- Per risolvere questo problema non ci si può affidare completamente alla tecnologia perché, come ha dimostrato Jacques Ellul, essa spesso crea nuovi problemi che è ancora più difficile risolvere. C'è a monte un problema di rapporti umani amorevoli e di buon senso, risparmio e sobrietà.

- La salute è il bene primario anche per tutti gli individui della specie umana. Ogni azione collettiva di grande impatto sulla società umana dovrebbe prima tener conto di questo fattore. Non credo che i rischi che il nucleare comporta per la salute di vaste popolazioni giustifichino il ricorso a tale pratica di produzione energetica. Anche perché sprechiamo talmente tanta energia per motivi futili che dovremmo considerarci perlomeno mentalmente disturbati.

- Infine una riflessione di carattere filosofico: una scelta per paura non è mai una scelta corretta. Scegliere il nucleare per paura dell'effetto serra non ispira nulla di buono. La paura è sempre una cattiva consigliera.

25 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo
PAROLE CHIAVE
LIBRI CONSIGLIATI
Fermiamo Mr. Burns

1987: con un referendum abrogativo gli italiani dicono NO al nucleare.2007: nonostante la decisione del...
Continua...
Le Energie del Futuro

Oggi il 62% della produzione di energia mondiale proviene dal petrolio e dal gas naturale. Alla fine di...
Continua...
Energia Nucleare

Scritto per informare il grande pubblico, almeno nelle linee generali, riguardo un tema che ha forte...
Continua...
La Struttura Nascosta del Mondo

L'approccio scientifico e tecnologico adottato in Occidente negli ultimi secoli e poi diffuso in tutto il...
Continua...
ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI
TERRANAUTA TV
Greenpeace lancia una raccolta firme contro il nucleare
Altri video su TERRANAUTA TV...
ARTICOLI CORRELATI
ULTIMI COMMENTI
gian_paolo ha commentato l'articolo Nucleare e salute, un'altra ragione per dire no
carlo ha commentato l'articolo Quel che resta del Polo
linda maggiori ha commentato l'articolo Latte materno, diossine e Pcb
Simone ha commentato l'articolo Prahlad Jani, l'asceta che si autoalimenta da 74 anni
grazia ha commentato l'articolo Orti urbani: sostenibilità e socialità