La prossima Conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Copenhagen – a dicembre – sarà un appuntamento storico che non deve essere disatteso.
Greenpeace chiede al l'Unione europea di prepararsi a questo appuntamento investendo in una ripresa verde dell'economia, e impegnando circa 35 miliardi di euro all'anno per aiutare le economie in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni di gas serra, proteggere le foreste tropicali e mettere in atto misure di adattamento.
Questa cifra rappresenta la quota europea di un fondo mondiale di 110 miliardi di euro all'anno, da oggi al 2020, che tutti i Paesi industrializzati dovrebbero contribuire a creare per trovare un accordo a Copenhagen [1]. Secondo Greenpeace, i 110 miliardi di euro dovrebbero essere così ripartiti:
- 30 miliardi € all'anno per fermare la deforestazione attraverso un fondo apposito [2]
- 40 miliardi € all'anno per traghettare i Paesi in via di sviluppo verso un'economia a bassa emissione di carbonio
- 40 miliardi € all'anno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici.
L'ammontare complessivo non è elevato se si pensa che corrisponde a circa 1.30 euro per ogni cittadino europeo a settimana, pari al costo medio di un giornale o a un biglietto del tram.
"Gli investimenti nella protezione delle foreste e in tecnologie pulite sono quelli più efficaci per ridurre le emissioni di gas serra. O i nostri leader mettono sul piatto questi investimenti, o la crisi economica sarà presto seguita da un disastro ecologico globale a cui seguiranno altre crisi economiche ben peggiori dell'attuale" conclude Karsten Smid, della campagna clima di Greenpeace. "Se il mondo fosse una banca, lo avreste già salvato"
21 Febbraio 2009 - Scrivi un commento