Fibre Naturali: vestirsi ecologico è più sano

Il 22 gennaio la FAO, settore delle Nazione Unite dedicato ad agricoltura e alimentazione, ha inaugurato a Roma l’Anno Internazionale delle Fibre Naturali. Per evitare che il consumo di tessuti naturali continui a diminuire, l’organizzazione fa conoscere i vantaggi delle stoffe naturali attraverso mostre, sfilate e concorsi. Con il progetto Fibre Naturali anche Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, si occupa dell’industria tessile.

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di Elisabeth Zoja

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E' stato inaugurato a Roma l'Anno Internazionale delle Fibre Naturali
Dalle più comuni come cotone, lino e lana, alle meno conosciute quali canapa e viscosa; dalle stoffe più pregiate come cachemire e seta, a quelle più esotiche quali la borra di cocco o il pelo di cammello; le fibre naturali includono innumerevoli stoffe diverse. Perché il consumo di fibre sintetiche continua ad aumentare a costo di quelle naturali? “Costano meno”, argomentano alcuni, ma durante quest’anno un comitato internazionale spiegherà i vantaggi sanitari, pratici ed economici delle fibre naturali.

Che le fibre sintetiche non lascino “respirare la pelle” non è un mito: non permettono né la circolazione d’aria né l’evaporazione del sudore. Si forma quindi una cappa calda e umida all’interno dei capi, indesiderabile dal punto di vista igienico anche perché ideale per la riproduzione di batteri.

Trattenendo gran parte del sudore inoltre, questi capi vanno lavati più spesso di quelli in fibre naturali. Confrontate a fibre come il cotone, al lavaggio: soprattutto per quel che riguarda l’acqua calda, rischiano facilmente di restringersi o di rovinarsi. Dal punto di vista economico, quindi, l’investimento in un capo ‘naturale’ conviene per diversi motivi.

cotone
Le fibre naturali includono innumerevoli stoffe, fra queste il cotone
Oltre agli svantaggi per la salute, vi è il problema delle allergie: molte persone sono allergiche a poliesteri come nylon e acrilico. Per quel che riguarda la qualità dei tessuti naturali basta citare la marca dell’abbigliamento di lusso maschile, Ermenegildo Zegna: “I tessuti sontuosi e gli abiti raffinati non possono essere creati che con le fibre naturali”. Queste però non sono un lusso riservato a pochi, e non dovrebbero diventarlo.

“I produttori di fibre naturali devono diventare gli attori di una nuova moda sostenibile, per finirla con la moda effimera”, spiega il sociologo italiano Carlo Petrini. Con il progetto Fibre Naturali, l’associazione per alimentazione sostenibile, Slow Food estende la sua attività al settore tessile poiché “vestirsi è un atto agricolo, proprio come mangiare”. Petrini ammonisce: “Le materie naturali non possono venir vendute a un mercato che non rispetta il territorio, sennò la moda finirà a terra come la finanza”.

Così il sociologo arriva anche a parlare di ambiente e politica sociale. Spiega che non dovremmo abusare del petrolio, né vestendoci coi suoi derivati né facendo viaggiare i tessuti attraverso il mondo: “Devono innanzitutto vestire la popolazione locale”.

etichetta_vestiti
Spesso le etichette dei capi non segnalano, come prevede la legge, il maateriale e la provenienza dei capi
Ma, anche per quel che riguarda le fibre naturali, la responsabilità di industria e consumatori non si limita a territorio e popolazione locale: include anche gli animali. Oltre alle pellicce, che in molti paesi sono finalmente vietate, essi ci forniscono fibre animali come la lana, la seta e il cachemire.

Fibre naturali o sintetiche? Animali o vegetali? Sono tante le scelte che deve affrontare il consumatore quando entra in un negozio di vestiti. Vi sono anche innumerevoli trappole, poiché materiale e provenienza dei capi non sempre sono segnalati come prevede la legge.

“Questi italiani che difendono la moda sostenibile dal sintetico” è il titolo di un articolo uscito di recente su Le Monde; dopo il successo di Slow Food, con il progetto Fibre Naturali, Carlo Petrini ci ha nuovamente fatto fare ‘bella figura’.

Speriamo che il mito degli italiani che mangiano e si vestono bene non sia solo un mito. E speriamo sia resistente quanto le fibre naturali.

9 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
4/3/09 10:01, franca peruzzo ha scritto:
Più che un commento avrei bisogno di un aiuto:ho un'importante allergia al nichel ed evidentemente perchè intossicata sono diventata estremamente sensibile a tante cose, dai cibi alle cose di cui mi circondo, compresi i vestiti che indosso, quindi i tessuti e probabilmente anche i coloranti. Sto cercando qualche riferimento nella mia zona (Vicenza) per trovare vestiti in tessuti naturali e poco trattati con sostanze chimiche e, se possibile, qualche informazione sulla presenza del nichel nei cibi, nei coloranti per tessuti e nella lavorazione dei tessuti sintetici. Se chiedo troppo mi scuso, qualsiasi aiuto, anche minimo, mi sarà di aiuto, grazie, Franca.
mail:famigliamarangoni@virgilio.it
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