La rivoluzione ad aria compressa

In un epoca in cui solo parlare di combustibili poco inquinanti fa alzare il prezzo del petrolio, l’idea che una vettura ad inquinamento zero sia quasi realtà è davvero qualcosa di rivoluzionario. Questa vettura è la Eolo.

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di Andrea Boretti


In un epoca in cui solo parlare di combustibili poco inquinanti fa alzare il prezzo del petrolio, l’idea che una vettura ad inquinamento 0 sia quasi realtà è davvero qualcosa di rivoluzionario. Questa vettura è la Eolo.

Era stata presentata al Motorshow di Bologna già nel 2001 quando ancora la eco-mania era agli inizi, e aveva fatto furore. Inventata dalla MDI dell’Ingegner Guy Nègre sembra addirittura dovesse essere prodotta in Italia. Bombole ad aria compressa e un motore da 576cc alimentato ad “iniezioni d’aria elettronica”, la Eolo era equipaggiata con un piccolo compressore elettrico in grado, in sole quattro ore, di riempire l’auto dell’aria compressa necessaria a ricoprire 200Km ad una velocità massima di 110Km/h. Il tutto emettendo solo ARIA a temperature tra gli 0 e i -15 gradi!! Un sogno ecologico insomma.

Ma che fine a fatto la Eolo? Com’è che dal clamoroso esordio del 2001 ancora non è uscita sul mercato? Beh, le ipotesi sono molte. Pare, innanzitutto che la Eolo avesse un non indifferente inconveniente tecnico: la condensa delle emissioni gelava nei condotti di aspirazione bloccando progressivamente il funzionamento della vettura.

O almeno così pare, perché secondo alcuni la vera motivazione del mancato approdo sui mercati dell’auto ad aria compressa sono, in verità, le pressioni delle multinazionali del petrolio che avrebbero fatto di tutto pur di interrompere lo sviluppo e quindi la commercializzazione della vettura. Tali ipotesi sollevano molte altre domande, tutte legittime ma prive di vere e proprie basi su cui fondare un’accusa o una discussione. Certamente c’è da chiedersi come mai i problemi tecnici della EOLO non siano più stati affrontati, viste le grosse potenzialità della vettura, almeno fino ad oggi.

Sì, almeno fino ad oggi, perché sembra che la Tata Motors, multinazionale indiana dell’automobile, abbia concluso da poco un accordo con l’Ingegner Nègre, per riprendere lo studio e lo sviluppo dell’auto al fine di una rapida e prossima commercializzazione. Evidentemente i problemi tecnici non erano così insormontabili.

Ma se la Tata ad aria compressa dovesse, come speriamo, veramente essere prodotta, chi comprerebbe una vettura del genere? Ecologica sì, ma con poco autonomia e velocità non paragonabile ai nostri bolidi a benzina. I blog sull’argomento ovviamente si sprecano: c’è chi dubbioso non capisce il vantaggio dell’aria compressa rispetto alla normale elettricità e chi invece l’aspetta con ansia perché “per chi fa pochi Km al giorno in città sarebbe perfetta”. Certo è, diciamo noi, che sarebbe il segnale di un cambio di tendenza importante: una vera rivoluzione.

3 Febbraio 2008 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
19/6/10 00:08, fabio ha scritto:
certo che se le multinazionali del petrolio e non solo,vedi goldman sachs che ha concausato la attuale crisi mondiale,prima con il crollo vall street di borsa e poi con la grecia,fermano,boicottano,insidiano le auto free energy /ecologiche da qui nonse ne esce mai piu, se non interviene una legge internazionale a riporre giustizia.è ovvio e lapalissiano che detta gente potente non ha a cuore le sorti del mondo e dell umanità.a loro interessano solo i loro interessi economici,inconsci che a nulla gli serviranno quando gli crollera tutto l ambiente addosso,a causa dell inquinamento frutto amaro del loro losco agire.
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