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Rapporto IEA lancia il mondo verso una crisi climatica

Il clima del nostro pianeta rischia un collasso. Una drammatica realtà se, le previsioni del nuovo rapporto “World Energy Outlook 2008” diffuso oggi, dovessero verificarsi.

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ROMA, 12 Novembre 2008 – Se le previsioni del nuovo rapporto “World Energy Outlook 2008” diffuso oggi dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) dovessero verificarsi, il mondo andrebbe incontro a impatti climatici catastrofici, avverte Greenpeace. Lo scenario di riferimento proposto dalla IEA prevede infatti un aumento dei combustibili fossili insostenibile per il Pianeta, e fa affidamento su soluzioni pericolose e immature come nucleare e tecniche per la “cattura e stoccaggio della CO2”.

In vista della conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico a Poznan, in Polonia, dal 1 al 12 dicembre, Greenpeace ha oggi inaugurato una “stazione di salvataggio del clima”: un mappamondo gigantesco all’interno di una miniera di carbone a Konin, a circa 100 km da Poznan. Metafora del pianeta in pericolo sull’orlo dell’insostenibile uso di combustibili fossili, la stazione ospiterà una serie di iniziative ed eventi mediatici per mostrare che il carbone è la prima singola causa del riscaldamento globale. Campaigner di Greenpeace visiteranno la stazione da tutto il mondo.

“Nei prossimi vent’anni non assisteremo, forse, all’esaurimento di petrolio e gas, ma c’è un’altra risorsa che rischia il collasso: il clima del Pianeta. La IEA ha prodotto uno scenario che ci mostra cosa non bisogna fare - commenta Giuseppe Onufrio, Direttore delle Campagne di Greenpeace - invece che investire in nuove infrastrutture per combustibili fossili e nella ricerca di nuovi giacimenti, occorre dirottare quelle risorse nello sviluppo di fonti rinnovabili e misure di efficienza energetica”.


La nuova versione del rapporto ‘Energy [R]evolution: A Sustainable World Energy Outlook’, realizzato da Greenpeace in collaborazione con l’European Renewable Energy Council mostra chiaramente che le fonti rinnovabili, accompagnate da misure di efficienza energetica, hanno il potenziale per soddisfare il crescente fabbisogno energetico mondiale permettendo di ridurre le emissioni di CO2 dagli attuali 28 miliardi di tonnellate, a circa 21 nel 2030. Lo scenario di riferimento della IEA prevede invece un aumento delle emissioni fino a 41 miliardi di tonnellate nel 2030, mentre uno dei due scenari alternativi si avvicina alle stime di Greenpeace prevedendo una riduzione a 25,7 miliardi di tonnellate al 2030.

“Una rivoluzione energetica pulita è necessaria sia per l’ambiente che per rilanciare l’economia - afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace - la IEA prevede che gli investimenti nel settore energetico ammonteranno a 13,6 mila miliardi di dollari fino al 2030, mentre il rapporto Energy [R]evolution ne richiede 14,7 mila miliardi. Una rivoluzione energetica pulita permetterebbe tuttavia di risparmiare 18 mila miliardi di dollari per l’acquisto di combustibili fossili creando milioni di nuovi posti di lavoro nell’industria rinnovabile, con un saldo economico positivo nel medio periodo”.

Il ‘World Energy Outllok 2008’ si fonda infine su alcune ipotesi irrealistiche. Sebbene non esistono al momento impianti industriali dotati di tecnologia per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS), la IEA ipotizza l’apertura di tre impianti di questo tipo ogni mese da qui al 2030. Nello stesso periodo di tempo, per supportare la crescita del nucleare prevista dagli scenari ‘alternativi’ della IEA occorrerebbe collegare alla rete una nuova centrale nucleare ogni mese. Un’eventualità che va ben al di là delle capacità dell’industria.

10 Novembre 2008 - Scrivi un commento
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