Elezioni Usa

Adesso si può fare! Ma si farà?

Gli Stati Uniti (e il mondo?) hanno un nuovo presidente: Barack Obama. Il senatore afro-americano ha stravinto le elezioni chiudendo finalmente l’era Bush. Se alle sue parole seguiranno i fatti, il mondo sarà davvero un posto migliore. Ma sarà così?

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di Daniel Tarozzi


Barack Obama, 44esimo Presidente degli Stati Uniti
Obama ha vinto le elezioni. Il mio primo pensiero va a George Bush: non è più il padrone del mondo! Non è più il nostro presidente! Sì, dico il nostro, perché trovo ipocrita girare intorno alla realtà. L’Italia è, infatti, una colonia americana. Lo è culturalmente e lo è politicamente. Negli ultimi anni i nostri governi hanno dimostrato di non aver alcuna indipendenza rispetto alla super potenza a stelle e strisce. E così “siamo andati in Iraq” (governo Berlusconi), abbiamo permesso i lavori per l’ampliamento della base militare di Vicenza (governo Prodi e governo Berlusconi), abbiamo accettato supinamente che chi ha ucciso Calipari restasse impunito e che i piloti che provocarono la strage del Cermis (20 morti innocenti sul territorio italiano) non fossero processati dalle nostre autorità.

Siamo quindi una colonia americana. Ascoltiamo musica americana, vediamo film americani, beviamo bibite americane.

Abbiamo, quindi, un nuovo presidente.

In molti, moltissimi, gridano al cambiamento. E, in effetti, qualcosa cambierà davvero. Prima di tutto, come detto all’inizio, il mondo non sarà più guidato da George Bush e dagli interessi petroliferi che stanno dietro la sua famiglia. Inoltre, a livello simbolico, un afro-americano originario del Kenya, guiderà la più grande potenza mondiale e questo è sicuramente un segnale potente e un precedente incancellabile nella storia del nostro pianeta e nell’immaginario collettivo.

Poi ci saranno le scelte politiche. E qui, al di là dei facili entusiasmi, dovremo giudicare i fatti. Se Obama veramente cercherà (come ha dichiarato) di liberare gli Usa dalla dipendenza del petrolio mediorientale puntando su un cambiamento negli stili di vita e su uno sviluppo delle energie alternative, beh, potremo davvero dire che qualcosa è cambiato. E il pianeta tutto gliene sarà grato.

Se così fosse, infatti, non solo ci sarebbe finalmente un freno alle emissioni di carbonio, non solo teoricamente il numero delle guerre diminuirebbe fortemente, ma Cina e India non avrebbero più scuse per non intervenire sulle loro politiche ambientali. Fino ad oggi, infatti, la politica americana era usata come espediente per giustificare gli scempi commessi in Oriente. “Se non lo fanno gli americani perché dovremmo farlo noi”, era la risposta più frequente agli inviti ad intervenire per fermare il global warming (i cambiamenti climatici).


Barack Obama e la moglie Michelle
Ma proprio sul global warming le dichiarazioni di Obama sono confortanti: “Questa è una delle più grandi sfide dei nostri tempi - ha risposto Obama ad una domanda in uno degli ultimi dibattiti tra i due candidati alla presidenza - Ed è assolutamente essenziale che noi comprendiamo che non è una sfida, è un’opportunità, perché se creiamo una nuova economia energetica, possiamo creare 5 milioni di nuovi lavori, facilmente, qui negli Stati Uniti. Può essere un motore che ci guida verso il futuro, allo stesso modo in cui il computer è stato il motore della crescita economica negli ultimi due decenni”.

Sulla scia di quanto fatto nella California repubblicana, quindi, anche Obama il democratico sembrerebbe rendersi conto che rispondere alla sfida del cambiamento climatico attraverso l’efficienza energetica e il cambio di stili di vita non significherebbe frenare l’economia, ma al contrario farla ripartire.

Solo George Bush sembra non averlo ancora capito. George Bush e Silvio Berlusconi.

Per una volta vorrei davvero che l’Italia fosse una colonia americana...

4 Novembre 2008 - Scrivi un commento
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