Greenpeace

L'industria delle auto vuole far pagare ai suoi contribuenti il conto della sua irresponsabilità

Fino a quando le case automobilistiche ignorano le loro responsabilità per la riduzione della CO2, ogni prestito significherà finanziare il cambiamento climatico.

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Bruxelles, 29 ottobre 2008 – “L’industria automobilistica sta chiedendo ai contribuenti di pagare il conto per la loro mancanza di responsabilità e nel frattempo continua a sfornare automobili inefficienti” così Greenpeace commenta l’esito dell’incontro di oggi a Bruxelles tra i leader politici e le principali case automobilistiche.

“Le case automobilistiche continuano a lamentarsi, gonfiando i costi per ridurre le loro emissioni di CO2 e ignorando i significativi benefici per i consumatori derivanti da automobili più efficienti.” -sostiene Andrea Lepore, responsabile della campagna Trasporti e Clima di Greenpeace – “Invece di rispondere alla crescente domandadi automobili più pulite, le case automobilistiche scelgono di continuare a pesaresui contribuenti, chiedendo sussidi ai governi”.

Fino a quando le case automobilistiche ignorano le loro responsabilità per la riduzione della CO2, ogni prestito significherà finanziare il cambiamento climatico. L’industria delle auto dovrebbe prima smettere di ostacolare l’approvazione di una legge efficace per la riduzione delle emissioni e poi chiedere che venga considerato un qualsiasi aiuto nei suoi confronti.

“Confrontare i costi delle riduzioni di CO2 tra settori che non sono in competizione tra di loro è ridicolo. Come mettere a confronto mele con arance. Ancora una volta le case automobilistiche stanno distorcendo i fatti, sperando che i decisori europei e i media non se ne accorgano” conclude Lepore.

Note

La Commissione Europea l’anno scorso ha avanzato una proposta per ridurre le emissioni di CO2 dalle automobili a 130g per CO2 per km entro il 2012. La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha supportato l’obiettivo della Commissione con il voto del 25 settembre. Il Consiglio, sotto la direzione della presidenza francese, è chiamato a raggiungere un accordo con la Commissione e il Parlamento entro la fine dell’anno.

28 Ottobre 2008 - Scrivi un commento
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