Greenpeace

Greenpeace lancia la guida ai consumi ittici

I consigli di Greenpeace per la scelta del pesce da comprare.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google


Greenpeace lancia la “Guida ai consumi ittici” che indica quali pesci non bisogna comprare e quali, con le dovute attenzioni, si “possono” mangiare.

Nella “lista finiscono il tonno pinna gialla, il tonno rosso, il pesce spada, il merluzzo (importato come baccalà o stoccafisso) e i gamberoni tropicali. Date le condizioni generali della produzione ittica, non è invece possibile stilare una vera e propria “lista verde”, per questo Greenpeace suggerisce una serie di principi da seguire per rendere il nostro consumo di pesce più sostenibile.

Per tonni, pesce spada e merluzzo il problema principale è lo stato disastroso delle risorse, peggiorato ulteriormente dalla pesca pirata. I gamberoni tropicali, invece, provengono da pratiche di acquacoltura che danneggiano la fascia costiera intertropicale, cui si associano gravi

violazioni dei diritti umani. Anche per le specie nella "lista rossa" esistono, però, eccezioni che devono essere sostenute, come ad esempio la pesca tradizionale al tonno rosso delle tonnare fisse.

“Gran parte del prodotto ittico nazionale deriva dalla pesca a strascico o dall’acquacoltura.” avverte Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace “Nel mondo “reale” non esiste il bianco e il nero: non tutta la pesca a strascico ha lo stesso livello di impatto, anche se si tratta di un sistema di pesca generalmente distruttivo, e non tutta l’acquacoltura è sostenibile.”

Per orientarsi verso scelte più sostenibili, ecco una serie di consigli per i consumatori:

1. Chiedere sempre informazioni sul prodotto (es. se proviene da strascico o pesca artigianale)

2. Orientarsi sul pesce azzurro (alici, sardine, sgombri) e sulle cozze (debitamente certificate per la stabulazione)

3. Evitare sempre pesce sotto taglia

4. Per orate e spigole di acquicoltura preferire i prodotti italiani (costano di più ma la qualità è superiore e, di solito, gli impatti inferiori)

”La regola fondamentale è quella di informarsi: i consumatori hanno il diritto-dovere, di sapere cosa comprano e a quali costi ambientali e sociali.” conclude Giannì "Con la loro pressione i consumatori possono modificare i processi produttivi a favore della sostenibilità".

17 Luglio 2008 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo
IN VETRINA
Lo scorso 24 maggio è partita la nuova spedizione di Greenpeace verso l'Arcipelago delle Svalbard, nel mar Glaciale Artico, in collaborazione con una troupe di scienziati dell'istituto di ricerca tedesco IFM-GEOMAR, che studierà i problemi legati all'acidificazione dei mari, ai cambiamenti climatici e all'intensificazione della pesca industrializzata.
SITO UFFICIALE
PAROLE CHIAVE
LIBRI CONSIGLIATI
Mutamenti Climatici

Quante volte abbiamo ascoltato con una punta di scetticismo chi ci parlava di mutamenti di clima?Eppure negli...
Continua...
Fermiamo Mr. Burns

1987: con un referendum abrogativo gli italiani dicono NO al nucleare.2007: nonostante la decisione del...
Continua...
Risparmiare sui Consumi

Risparmiare energia, ridurre i consumi, riciclare correttamente i rifiuti: ecco una guida agile per...
Continua...
Ecologia Profonda

In questo libro vengono distinti per chiarezza due tipi di ecologia: una “ecologia di...
Continua...
Terra il Pianeta Prezioso

Inquinamento, deforestazione, mutamenti climatici, animali in via di estinzione... Proteggere la Terra non...
Continua...
ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI
LINK ESTERNI
ULTIMI COMMENTI
gian_paolo ha commentato l'articolo Nucleare e salute, un'altra ragione per dire no
carlo ha commentato l'articolo Quel che resta del Polo
linda maggiori ha commentato l'articolo Latte materno, diossine e Pcb
Simone ha commentato l'articolo Prahlad Jani, l'asceta che si autoalimenta da 74 anni
grazia ha commentato l'articolo Orti urbani: sostenibilità e socialità