La folle corsa dei tori: per quanto ancora dovranno sbatterci le corna?

Pamplona, la città spagnola con il più alto tenore di vita, ogni anno, dal 6 al 14 luglio, si tinge di rosso in nome di una folle tradizione: l’Encierro, ovvero la corsa dei tori. Centinaia le persone che vi partecipano ma altrettanto numerosi sono i protestanti che cercano di porre fine a questo assurdo rito.

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di Alessandra Profilio


foto tratta da www.coursehumainenue.com
Mi sono sempre chiesta il perché di alcune tradizioni. Ad esempio non riesco a comprendere cosa ci sia di tanto divertente nel rito del lancio delle arance, consuetudine del carnevale di Ivrea. Insomma, a parte lo spreco, non è doloroso ricevere quel grosso frutto su un occhio? Eppure sembra proprio che certe tradizioni siano dure a morire. E ancor più malsana, quanto consolidata, è quella della corsa dei tori a Pamplona che proprio in questi giorni si sta svolgendo nella città situata nel nord della Spagna.

Tra il 6 ed il 14 luglio, infatti, ogni anno Pamplona celebra Los Fermines, feste in onore di San Firminio di Amiens, patrono della città.

Rito famoso e famigerato della festa è l’Encierro, appunto la corsa dei tori: una mandria di tori insieme ad una folla di gente corre per le vie della città per arrivare, dopo circa un chilometro di delirio, nelle arene della corrida.

Poco prima dell’inizio della corsa, i giovani di Pamplona che si recano lì per prendervi parte invocano la protezione di San Fermín recitando: “a San Fermín chiediamo, essendo nostro patrono, di guidarci nell’encierro dandoci la sua benedizione”. In realtà, dinanzi alle corna appuntite dei tori, non sempre l’intervento del santo ha potuto salvare la pelle dei fedeli.


Se io mi trovassi casualmente in quelle strade sono certa che fuggirei via come un razzo urlando di paura e invece c’è chi, nella prima metà di luglio, si reca a Pamplona appositamente per il gusto di farsi rincorrere dai tori scatenati. Eppure non sono l’unica guastafeste: sempre più forte è la voce di chi, anno dopo anno, protesta contro questa tradizione assurda e pericolosissima per la vita degli animali e degli uomini che vi prendono parte.

Questa forma di moderna tauromachia comporta la tortura, la mutilazione e la morte dei tori. Prima di essere lanciati tra la folla, infatti, i tori vengono tenuti dentro stretti box e sottoposti a scosse elettriche. Doloranti, frastornati ed impreparati a trovarsi tra la gente, gli animali liberati nelle strade iniziano così a correre confusi e scatenati tra la folla che li colpisce con svariati oggetti o tira loro la coda. È così che i tori impazziscono e iniziano a scontrarsi, a sbattere contro la gente o contro i muri e a scivolare per terra.

Ma l’Encierro non rappresenta un’attività pericolosa soltanto per gli animali ma anche per gli uomini che spesso, a differenza degli animali innocenti e inconsapevoli, sono coscienti di rischiare la vita. Dal 1911 la corsa dei tori ha provocato infatti la morte di 14 persone e centinaia di feriti. Anche nel 2008 la situazione non si distingue dal passato e, dopo soltanto due giorni dall’inizio della festa, il bilancio è allarmante: circa una decina di persone sono state ricoverate in ospedale dopo essere state incornate.


foto tratta da www.coursehumainenue.com

Per dire basta a questa assurda tradizione e dimostrare che possono esistere altre strade per attirare i turisti a Pamplona, da anni, qualche giorno prima dell’Encierro, tantissime persone partecipano ad un’altra iniziativa. Si tratta della “Corsa dei Nudi”, organizzata dall’associazione Peta, a cui partecipano centinaia di uomini e donne che sfilano per le strade della città con addosso soltanto un foulard rossa e un paio di corna finte. Una corsa altrettanto bizzarra ma sicuramente più sicura e provocante!

6 Luglio 2008 - Scrivi un commento
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