L'Urlo

La nave dei diritti, contro l'imbarbarimento del nostro Paese

Il 26 giugno, al grido "creiamo ponti non muri", centinaia di italiani provenienti da Barcellona sbarcheranno a Genova con la Nave dei diritti. Una mobilitazione per denunciare le derive della politica attuale e svegliare la parte pigra e dormiente del Paese.

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di Dario Lo Scalzo

porto genova
Una nave apolitica di passeggeri che seguendo la via del mare, simbolo del moto e della libertà, approderanno sulla terra ferma per denunciare le “derive dell’inquietante politica attuale”. Foto di Marco Castelli
Una spedizione di italiani che vivono all’estero partirà da Barcellona il 25 Giugno per giungere al porto di Genova l’indomani mattina. Una nave apolitica di passeggeri che seguendo la via del mare, simbolo del moto e della libertà, approderanno sulla terra ferma per denunciare le “derive dell’inquietante politica attuale”.

Lo Sbarco è un movimento italiano nato in Spagna che rappresenta la società civile libera, quella fetta di cittadini che non vivendo il soffocamento mediatico quotidiano del nostro paese sta provando a capire meglio ciò che avviene in Italia, confrontandosi e interrogandosi con preoccupazione e sdegno. L’invasione pacifica del 26 Giugno vuole essere un gesto di aiuto e solidarietà ma anche il tentativo di scuotere quella parte del paese che sembra essere sprofondato nel Berlusconismo.

A bordo della nave dei diritti le vele saranno sospinte dal vento di un Manifesto, quello dello Sbarco, che parla di malaffare, di razzismo, di arroganza, di repressione, di cultura mafiosa, di disinteresse per il bene comune, di cultura del favore, di leggi ad personam. Altre vele si gonfieranno di principi e valori che possono rifondare il Paese come la Costituzione, la centralità della Libertà, la democrazia vera, la laicità e la pluralità, la trasparenza, la partecipazione, la cultura e l’arte come le più alte espressioni del genere umano, la dignità.

Questa mobilitazione ha ottenuto già un grande consenso da parte della società italiana con l’adesione di tanti cittadini, quelli della terra ferma. È la speranza che proviene da un mare diverso. Allo stesso tempo rappresenta un ulteriore momento di riflessione sull’apatia nella quale sembra vivacchiare il Paese. Gli “sdegnati” italiani mancano di unione e concretezza. Agli occhi dello spettatore forestiero l’impressione è quella di un “appiattimento da impotenza” e di un volontario adagiarsi.

Le onde di quel mare spagnolo con le sue creste di lucidità evidenziano come occorra assemblare le forze sane del paese in nome dell’azione concreta, e non più delle elucubrazioni fini a se stesse, per provare a smuovere le sabbie mobili che hanno immobilizzato le menti nella sfiducia e nel torpore.

Un senso di impotenza che ha portato il cittadino italiano dapprima ad estraniarsi lentamente dall’impegno collettivo e successivamente ad abbandonarsi nell’individualità ed nell’individualismo che indirettamente diventano condotte complici di chi governa.

Quello dei nostri compatrioti è un urlo al credere ancora in un paese diverso e migliore, l’urlo al risveglio, all’azione che porti a fare emergere le intelligenze sane, altruiste che esistono nel paese; gente onesta che abbia voglia di investirsi per donare costruttivamente in nome della propria nazione. La rivoluzione è portare la gente al cambiamento surfando l’onda dell’onesta.

Le menzogne immobilizzano, mentre la verità è rivoluzionaria” (Manifesto dello Sbarco)

22 Giugno 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
26/6/10 15:33, Eliana ha scritto:
Bravissimi!!!Mai smettere di lottare e di esprimere le proprie opinioni soprattutto nel periodo storico che viviamo come la legge bavaglio. Dobbiamo reagire, insieme, tutti uniti, condividendo lo stesso obiettivo: migliorare l'ITALIA.
Arianna Editrice
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