De Rerum Natura, dialogo tra Carlo Petrini e Jeremy Rifkin

Cibo, energia, natura, comunicazione, democrazia. Sembrano argomenti slegati tra loro e invece Carlo Petrini e Jeremy Rifkin, nel dialogo del 9 Giugno scorso registrato negli studi di RepubblicaTV, ci spiegano come siano tutti strettamente connessi, come ogni aspetto influenzi l'altro e come è necessario un approccio olistico capace di tenerli in considerazione tutti, affinché la specie umana imbocchi la strada giusta evitando così il pericolo di una possibile estinzione futura.

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di Andrea Boretti

riso basmati
Cibo, energia, natura, comunicazione, democrazia, non sono dimensioni sconnesse tra loro.
Immagina una chiacchierata tra Carlo Petrini fondatore di Slow Food, gastronomo e scrittore italiano e Jeremy Rifkin, statunitense, economista e insegnante alla Wharton School of the University of Pennsylvania, attivista ambientalista e pacifista. Immagina che l'argomento della chiacchierata siano il cibo e la sua dignità, argomento che non può non portare a parlare di energia, ambiente e in definitiva di democrazia. Questo il succo del dialogo tra i due luminari avvenuto in casa di RepubblicaTV il 9 Giugno scorso.

Il dialogo prende piede da una similitudine proposta da Petrini tra politica energetica e politica alimentare, "perché la politica alimentare - dice Petrini - è basata sull'energia primaria della vita: il cibo". L'attuale sistema alimentare sta creando, sempre secondo il fondatore di Slow Food, "un disastro di proporzioni bibliche" che sarebbe la conseguenza di uno sfruttamento centralizzato dell'agricoltura, con mono-culture intensive, e dell'inseguire una logica meccanicistica invece di una logica olistica. "La visione meccanicistica riduce il cibo a merce e come merce non importa se io la spreco".


"L'attuale sistema alimentare sta creando un disastro di proporzioni bibliche, la conseguenza di uno sfruttamento centralizzato dell'agricoltura"
Rifkin è un professore e in quanto tale il suo discorso, parallelo e complementare a quello di Petrini, parte da più lontano: la fotosintesi come base dell'economia del mondo. Quando Rifkin parla di economia del mondo non pensa però alla borsa di New York o a quella di Londra, ma pensa all'energia del sole come base di qualunque processo che avviene sul nostro pianeta: dal sole alla vita per dirla in breve. Come Petrini anche Rifkin nel corso del dialogo esprime la sua preoccupazione per quello che è l'attuale gestione del sistema alimentare (che come abbiamo visto è strettamente legato a quello energetico) al punto da prevedere l'estinzione della razza umana nel corso delle prossime generazioni: "La razza umana è sul pianeta da soli 175000 anni e rappresenta lo 0,5% di tutta la biomassa, ma utilizza il 25% di tutta la fotosintesi che avviene sul pianeta... Stiamo divorando questo pianeta. Nei prossimi 20-30 anni diventeremo 7-10 miliardi di persone e a quel punto useremo il 50% della fotosintesi a scapito delle altre specie del pianeta. Questo è insostenibile"

Come dargli torto? Come non prendere sul serio il suo allarme? Eppure questo è quello che sta avvenendo. La FAO - ricorda Rifkin - ha ammesso che il cambiamento climatico e la fame nel mondo sono due problemi estremamente connessi tra loro e in gran parte dovuti al consumo di carne bovina. Un terzo terreni agricoli è infatti utilizzato invece che per la produzione di cibo, per la produzione di mangimi, e nonostante il problema sia conosciuto e riconosciuto non passa giorno che le stime sul consumo di carne nei prossimi anni non siano in crescendo. È evidente che qualcosa non torna, siamo ormai all'auto-distruzione.

Come se ne esce, quali sono i passi da fare? Petrini vede nei nuovi mezzi di comunicazione la possibilità di uscire da una mono-cultura dell'informazione e Rifkin rincara la dose aggiungendo che "quando la comunicazione distribuita (internet e i nuovi media) incontrerà l'energia distribuita (le fonti rinnovabili che sono ovunque ovvero le maree, il sole, il vento, la geotermia, ecc, ecc...) ci sarà una terza rivoluzione industriale".

nuovi media
Bisogna uscire dai mezzi di comunicazione tradizionali in mano ai vecchi centri di potere e di pensiero e attraverso web e nuovi media creare le condizioni per una nuova epoca
Parafrasando si potrebbe dire che bisogna uscire dai mezzi di comunicazione tradizionali in mano ai vecchi centri di potere e di pensiero e attraverso web e nuovi media creare le condizioni politiche e sociali affinché le energie rinnovabili non siano più boicottate ma divengano il traino di una nuova epoca.

Tutto ciò, secondo Petrini, sta già avvenendo negli Stati Uniti. Rifkin invece rimane dubbioso, perché anche se questo in parte è vero il Professore non crede che gli americani abbiamo la capacità di farsi da traino in quello che deve essere un vero e radicale change/cambiamento. L'Europa secondo Rifkin ha una tradizione più forte e consolidata relativamente a queste tematiche ed è qui che la cosa avverrà per prima.

Forse è vero, o forse no. Forse il cambiamento sarà il "Change" promesso da Obama o forse sarà la conseguenza del pacchetto 20-20-20 siglato dagli stati europei. Di sicuro ad oggi i mezzi di comunicazione distribuiti vengono boicottati dai vecchi centri di potere che temono il cambiamento (vedi la legge sui blog e sui gestori di servizi internet che da diversi anni si cerca di approvare in Italia) ed è necessario un disastro come quello del golfo del Messico per spingere Obama ad una vera rivoluzione energetica pulita che però ancora oggi rimane solo sulla carta.

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17 Giugno 2010 - Scrivi un commento
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