Solo nel 2009 171.000 tedeschi di 16.000 aziende diverse hanno partecipato per diversi motivi: “Andare in bici può essere un’attività di tutti i giorni, perché giova alla salute e all’ambiente”, spiega Rainer Dittrich, direttore commerciale di AOK.
Si tratta dunque di utilizzare la bici per andare al lavoro (anche in combinazione con i mezzi pubblici), almeno 20 giorni sui 90, nei tre mesi estivi. Le date di queste giornate “ciclistiche” vengono inserite in un calendario poi inviato alla AOK. Quest’ultima fornisce premi quali biciclette da trekking, borse impermeabili e assicurazioni per ciclisti.
I partecipanti iscritti in gruppo possono addirittura vincere un giro in mongolfiera. L’idea di questi teams, composti da un massimo di quattro persone, è di spingersi a vicenda a utilizzare frequentemente la bicicletta. Anche il sito dell'iniziativa tenta di motivare i partecipanti calcolando le quantità di CO2 risparmiate a chi inserisce il numero di km percorsi sulle due ruote. Spesso non si tratta solo di qualche migliaio di metri. Gernot Kramper, redattore della sezione automobilistica del settimanale Stern ha pedalato per ben 14 km fino a raggiungere il suo ufficio nel centro di Amburgo.
Nonostante ciò (o forse proprio per questo) quest’iniziativa tenta in ogni modo di convertire i cittadini alla bici. È nata così una campagna pubblicitaria con cartelloni, stand d’informazione, giornate per la salute e addirittura gite aziendali in bici.
Per molti però, il tratto di strada che porta al lavoro rimane un percorso ad ostacoli se compiuto con la bici. Forse l’iniziativa “A lavoro in bici” sensibilizzerà i cittadini e con essi le amministrazioni comunali a questi problemi, creando così la possibilità di migliorare le condizioni dei ciclisti, di modo che in futuro non ci siano più scuse per chi preferisce sedile e volante a sellino e manubrio.
Vacanze in bicicletta
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