Legambiente

Rinnovabili minacciate dalla manovra finanziaria

Se l'Italia non raggiungerà l'obiettivo del 17% di produzione da fonti pulite rispetto ai consumi, sarà costretta a pagare multe e importare energia dall’estero. Legambiente chiede al governo di fare marcia indietro sui certificati verdi e presentare finalmente un piano per una discussione pubblica prima di consegnarlo a Bruxelles.

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fonti rinnovabili certificati verdi
"La manovra finanziaria rischia di colpire pesantemente lo sviluppo delle energie pulite nel nostro Paese"
“La manovra finanziaria, all’articolo 45, interviene sui certificati verdi, abolendo il ritiro da parte del GSE di quelli in eccesso. Un errore incredibile - commenta Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente - che rischia di colpire pesantemente lo sviluppo delle energie pulite nel nostro Paese e la credibilità delle scelte italiane rispetto alla prospettiva di diffusione delle rinnovabili, al 2020 obbligatoria per tutti i Paesi UE. Mentre non si hanno notizie del piano di sviluppo delle rinnovabili che il governo deve consegnare a Bruxelles entro il 30 giugno, il decreto cancella le certezze degli investitori”.

L’effetto del provvedimento che abolisce il ritiro da parte del GSE dei certificati verdi in eccesso sarebbe, infatti, di farne crollare il prezzo, limitando il ritorno degli investimenti già realizzati e di quelli programmati. “Con le nuove regole - spiega Zanchini - non ci sarebbe più alcun ritorno dell’investimento, con drammatici effetti in termini economici e occupazionali nell’unico settore che, in questi mesi, ha mostrato segnali positivi. È inoltre da sottolineare l’assurdità di questo provvedimento perché non avrebbe alcun effetto per le entrate dello Stato, visto che non sono finanziamenti pubblici ma un meccanismo di mercato che obbliga le aziende del settore energetico a produrre una quota minima da fonti rinnovabili e a muovere così i progetti da biomasse e biogas, eolici, geotermici, idroelettrici”.

Legambiente - che insieme alle associazioni e aziende delle rinnovabili tra cui Aper, Anev, Fiper, ha già lanciato un appello al governo affinché faccia marcia indietro - chiede al governo di spiegare il senso di questa assurda decisione, che sembra l'ennesima dimostrazione di come il rilancio del nucleare si porti dietro l'abbandono delle fonti rinnovabili.

“Le fonti energetiche pulite sono state lasciate in un ‘far west’ normativo - continua il responsabile energia di Legambiente - si attendono dal 2003 le Linee guida per i progetti da fonti rinnovabili, e non si hanno notizie né degli incentivi in conto energia per il solare fotovoltaico, né della detrazione del 55% per il solare termico. Gli obiettivi Ue sono nell’interesse di tutti e sono obbligatori: l’Italia deve raggiungere con le rinnovabili il 17% di produzione da fonti pulite rispetto ai consumi, e se questo obiettivo non verrà conseguito dovremo pagare multe e importare dall’estero. Il governo faccia marcia indietro sui certificati verdi e presenti finalmente il piano per una discussione pubblica prima di consegnarlo a Bruxelles”.

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