American Power Act, verso un sistema energetico pulito

Con l'American Power Act, appena presentato al senato americano, gli Stati Uniti mostrano di voler fare un passo importante verso un sistema energetico pulito e autosufficiente. Kerry e Lieberman, i promotori del piano, raccolgono applausi. C'è da sperare che la loro proposta, se approvata, possa essere l'inizio di una nuova rivoluzione.

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di Andrea Boretti

emissioni america power act
E' stato presentato nei giorni scorsi al senato americano il più ambizioso piano di cambiamento del sistema energetico americano, il cosiddetto American Power Act
È stato presentato nei giorni scorsi al senato americano il più ambizioso piano di cambiamento del sistema energetico americano, il cosiddetto American Power Act. Presentato dal senatore indipendente Lieberman e dal democratico John Kerry, già sconfitto da Bush Jr. nella corsa alla Casa Bianca, il Power Act prevede un taglio delle emissioni di anidride carbonica del 17% entro il 2020 e dell'80% entro il 2050.

I due senatori prevedono di raggiungere tali risultati attraverso un sistema di sanzioni che colpisca principalmente i grandi inquinatori, ad oggi si pensa a multe nell'ordine dei 12-25 dollari per tonnellata di emissioni. Inoltre, sono previsti indennizzi e sussidi per le compagnie elettriche locali e aiuti e sconti per le forniture delle famiglie meno abbienti.

Unico vero punto nero del piano è il mantenimento del piano di espansione delle trivelle offshore che aveva annunciato Obama settimane fa. Si pensava di far passare l'atto anche in casa Repubblicana, ma oggi questa azione potrebbe rivelarsi come un vero e proprio autogol visto che già Lindsey Graham, Repubblicano e inizialmente terza firma del Power Act, ha preferito farsi da parte proprio a causa di questo punto. Lieberman e Kerry vanno comunque avanti: "Tutti sanno - ha dichiarato Kerry - che questa è l'ultima chance che il Congresso ha per approvare una legge organica sul cambio climatico e in tema dell'energia".

Con loro ovviamente c'è il Presidente Obama: "Ormai è chiaro che lo status quo non è più accettabile... questa legge mette l'America sul sentiero economico dell'energia pulita che con la costruzione di pannelli solari, pale a vento e batterie per auto, assicurerà occupazione e sviluppo...La tragedia del Golfo del Messico ci ricorda che dobbiamo raddoppiare gli sforzi per cambiare le nostre politiche energetiche. Per troppo tempo a Washington abbiamo lasciato questo compito alla generazione successiva. Ora è il momento di approvare la legge".

D'accordo con Obama sono anche le ONG ambientaliste - associate nel Clean Energy Works - che in un comunicato congiunto hanno voluto sottolineare la propria approvazione verso il Power Act, ma anche come questo sia solo il primo passo e che molti altri devono ancora essere fatti. "L'azione di oggi dei senatori John Kerry (Mass.) e Joe Lieberman (Connecticut), deve avviare una discussione al Senato sul futuro energetico degli Stati Uniti... Ogni giorno che il Senato non riesce ad approvare una legislazione completa sull'energia pulita ed il clima mettiamo la nostra economia, la nostra sicurezza nazionale e il nostro ambiente a maggior rischio. La stragrande maggioranza degli americani sostiene l'azione in materia di energia pulita e clima. L'inazione è troppo costosa e la sfida è troppo urgente".

petrolio messico catastrofe politica ecologica
La catastrofe del Golfo del Messico sembra aver riportato la politica ecologica in cima all'interesse di amministratori e cittadini americani
Insomma la catastrofe del Golfo del Messico sembra aver riportato la politica ecologica in cima all'interesse di amministratori e cittadini americani. Anche per questo il piano presentato in senato sembra agli occhi degli ambientalisti solo un primo positivo atto che, secondo l'associazione Sierra Club - tra le più attive e numerose degli Stati Uniti - insieme alla tassa ambientale sul petrolio, "possono costituire la base su cui costruire una economia dell'energia pulita". Continua poi Michael Brune: "Ci complimentiamo con il Presidente Obama per i suoi sforzi per far fronte rapidamente e vigorosamente alla catastrofe petrolifera della Bp. Il pacchetto che ha introdotto oggi contribuirà a facilitare gli sforzi per una risposta e per garantire che la Bp copra i costi del disastro. Ma abbiamo bisogno di più. Abbiamo bisogno di garanzie che ciò non accada di nuovo. Il presidente Obama deve mettere una moratoria presidenziale su tutte le nuove perforazioni offshore e fornire al popolo americano un piano per rompere la nostra dipendenza dal petrolio, una volta per tutte”.

Insomma tra un applauso e un cenno di approvazione si ritorna sempre lì, il piano di Kerry e Lieberman piace e va portato avanti, ma non basta. Non basta neanche la tassa di un centesimo per ogni barile di petrolio, sia perché un barile costa 80 dollari circa e un centesimo farebbe quindi solo il solletico alle multinazionali petrolifere, sia perché il piano prevede ancora altre trivellazioni.

piattaforma petrolio mediterraneo
Non si può non rimanere stupiti da un cambio di rotta così radicale per gli Stati Uniti, cambio di rotta necassario anche per l'Italia, ma di cui non c'è traccia
Ma non è tutto, gli scettici, infatti, sottolineano anche come il piano sia molto ambizioso per il futuro, ma altrettanto timido negli obiettivi a breve termine ovvero quelli per il 2020. Non si può, comunque, non rimanere stupiti da un cambio di rotta così radicale per gli Stati Uniti, cambio di rotta necessario anche per l'Italia, ma di cui non c'è traccia.

Domenica scorsa in seconda serata durante il programma "Storie" sulla seconda rete nazionale è stato mostrato un servizio sulla più grande piattaforma offshore italiana nel Mediterraneo. Gli intervistati erano lavoratori sorridenti e soddisfatti, contenti di lavorare in piattaforma e solo con una ovvia nostalgia della famiglia. Non un difetto, non una lamentela, non una spiegazione dei rischi per le persone e per l'ambiente.

Nelle settimane successive alla tragedia causata dalla BP, non si racconta la realtà delle trivellazioni in mare aperto per quella che è, nei suoi lati positivi e negativi, dimostrando così di non avere a cuore l'interesse del pianeta e della gente. Aspetteremo che una tragedia simile colpisca il Mediterraneo per riflettere e approfondire l'argomento? Solo allora saremo in grado di elaborare in tutta fretta un piano energia, un po' come si vuole fare adesso con la legge anti-corruzione? Speriamo solo che quando avverrà non sia troppo tardi.

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19 Maggio 2010 - Scrivi un commento
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