Friuli, coltivatori contro il decreto che vieta gli Ogm

Alcuni contadini friulani, in queste ore, potrebbero aver piantato sementi Ogm nei propri terreni. Un gesto che contraddice il decreto ministeriale che ha sancito il divieto di coltivazioni Ogm in Italia. Una scelta irreversibile che potrebbe essere punita penalmente da parte dell'assessore alle risorse agricole del Friuli.

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di Daniela Sciarra

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Si torna a parlare della coltivazione di ogm in Italia. Proprio oggi, mentre scriviamo, alcuni contadini potrebbero già aver piantato sementi ogm nel territorio del Friuli Venezia Giulia
Si torna a parlare della coltivazione di Ogm in Italia. Proprio oggi, mentre scriviamo, alcuni contadini potrebbero già aver piantato sementi Ogm nel territorio del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un gesto dimostrativo che evidenzia la piena contrarietà al decreto interministeriale che, nelle scorse settimane, ha sancito il divieto di coltivazione di ogm in Italia. Il vice presidente di Futuragra, l’associazione favorevole all’introduzione di ogm nell’ambiente, ha fatto ricorso a questo decreto, sottolineando che in precedenza il consiglio di Stato aveva avviato l’iter di autorizzazione della coltivazione del mais Ogm.

Se parte della battaglia si svolge sul fronte legale e normativo, un’altra avviene proprio sul campo. La difesa del territorio ha investito la maggior parte degli agricoltori che di Ogm non vogliono sentire parlare, mentre dall’altra si trova un gruppo meno numeroso di contadini che sostengono l’introduzione di Ogm.

In Friuli, infatti, non è servito il decreto interministeriale - firmato poche settimane fa dai Ministri all’Agricoltura (l’ex ministro Luca Zaia), all’Ambiente e alla Salute - che ha stabilito il divieto di coltivazione di Ogm in Italia e non sono bastati neanche i consigli del nuovo Ministro all’Agricoltura Galan, che considera il gesto intempestivo e azzardato, a far demordere i contadini che sostengono di voler seminare oggi gli Ogm.

Tuttavia, il tema della coltivazione degli Ogm non è legato esclusivamente all’hinc et nunc, ma alla necessità di guardare con lungimiranza alla gestione di questa materia. Il nostro sistema agricolo e la struttura delle nostre aziende non è pensata per sopportare la produzione di Ogm. Le aziende italiane sono molto piccole e non hanno di certo le grandi dimensioni di quelle d’oltre oceano. In Argentina si può arrivare a coltivare anche 100 ettari di superficie agricola a soia Ogm. L’agricoltura italiana, invece, è parcellizzata e molto diversificata e sicuramente non segue modelli di produzione estensivi e intensivi.

La ricchezza, la diversità e la qualità delle produzioni sono i valori aggiunti delle nostre produzioni e ci permettono di posizionarci sui mercati sia nazionali che stranieri. Dunque, l’introduzione degli Ogm in Italia sarebbe svantaggiosa anche dal punto di vista economico, oltre che ambientale.

Oggi una task force di 50 associazioni lo ricorda e si mobilita per difendere non solo i territori friulani dalla possibile messa a dimora di piante Ogm, ma anche per tutelare i diritti della maggior parte dei contadini che gli Ogm non li vogliono.

Anche per questo motivo, nel corso delle ultime ore, l’assessore alle risorse agricole del Friuli ha ribadito che gli agricoltori che decidessero di piantare Ogm incorrerebbero in pesanti sanzionai penali. Al di là di un atto dimostrativo, l’apertura agli Ogm sarebbe una scelta non soltanto e semplicemente intempestiva, bensì irreversibile.

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30 Aprile 2010 - Scrivi un commento
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