La didattica nel parco Etnografico di Rubano

Ambiente e natura da un lato, cultura e comunità dall’altro. Vi raccontiamo il caso delle attività di doposcuola nel parco Etnografico di Rubano, realizzato su un’ansa del Brenta abbandonata dal fiume e riqualificata grazie alle istituzioni e alle associazioni locali.

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di Lucia Cuffaro

laghetto parco etnografico rubano
Il recupero ambientale di un sito naturalistico può diventare un’occasione di crescita per tutta la comunità. E’ il caso del Parco Etnografico del Comune di Rubano
Il recupero ambientale di un sito naturalistico, quando è pensato da un’amministrazione comunale attenta, può diventare un’occasione di crescita per tutta la comunità. È il caso del Parco Etnografico nella frazione di Bosco, del Comune di Rubano, cittadina immersa nella campagna veneta, in provincia di Padova. La riserva, infatti, non risponde solo a funzioni più tradizionali, di svago e di contemplazione della natura, ma è stata creata anche per essere un centro con funzioni aggregative e educative, per la riscoperta della cultura locale e delle radici storiche.

Il parco, inaugurato nel 1999, si estende su dieci ettari, attorno a una vecchia cava per l'estrazione della sabbia all’interno di un’ansa del Brenta abbandonata dal fiume, rinaturalizzata grazie al rimboschimento e alla creazione di una zona umida paludosa; interventi che hanno permesso la proliferazione di una grande varietà di specie animali e vegetali.

Un’idea pensata nel 1978 dall’Associazione Linea Verde che è riuscita a coinvolgere nel progetto l’amministrazione comunale di Rubano, tanto da far approvare nel 1986 - in base alla Legge Regionale 40/84, che consente agli enti locali di istituire parchi e riserve di interesse ambientale - un piano di recupero dell’area.

Un ulteriore passo è stato fatto nel 1995, con la progettazione del Parco Etnografico e degli edifici rurali che proponessero aspetti tipici della civiltà contadina, grazie al quale è stata avviata la ricostruzione fedele di una fattoria veneta e di un “casone” (caratteristica abitazione dei braccianti veneti, fatta da mattoni di argilla cotti al sole, con il tetto di paglia o canne intrecciate, al cui interno sono esposti gli utensili e gli attrezzi agricoli risalenti all’inizio del Novecento).

casone veneto abitazione contadini veneti
l casone è una caratteristica abitazione dei braccianti veneti, fatta da mattoni di argilla cotti al sole, con il tetto di paglia o canne intrecciate
Allo scopo di avviare una serie di attività didattiche e di educazione ambientale, il Comune ha poi affidato la gestione per suo conto alla cooperativa sociale Terra di mezzo, costituita nel novembre 2000 e composta da 34 consociati, tra soci lavoratori, persone con disabilità e volontari.

Tra i progetti voluti fortemente dal Comune, l’organizzazione delle attività di doposcuola nel Parco Etnografico destinate ai bambini delle scuole primarie del territorio e realizzate con il coinvolgimento di altri partner locali: l'associazione C.A.S.A., i gruppi Scout AGESCI e le istituzioni religiose del territorio, oltre che Terra di Mezzo.

Un’iniziativa inconsueta in Italia, che offre un’alternativa valida al classico tempo integrato scolastico. “Circa 30 bambini del comune di Rubano trascorrono presso le strutture del parco il loro pomeriggio scolastico, dalle 13:00 alle ore 18.00, svolgendo i compiti e partecipando ai laboratori tenuti dagli educatori dell’associazione C.A.S.A., che stimolando manualità, immaginazione e creatività, mirando a creare un legame affettivo e di conoscenza fra i ragazzi e l'ambiente naturale” racconta Luisa Betto, educatrice professionale e responsabile del progetto “Didattica al Parco” .

Dopo aver imparato l’utilizzo della carta topografica e della bussola, i bambini, infatti, sono stimolati e guidati alla conoscenza della fauna che vive nella fattoria o nel bosco circostante e della flora, attraverso prove che prevedono il riconoscimento di specie arboree o la raccolta di campioni di piante per la realizzazione di un erbario.

didattica parco etnografico
Tra i progetti voluti fortemente dal Comune, le attività di doposcuola nel Parco Etnografico
Altre attività mirano, invece, all’apprendimento delle usanze locali e al recupero delle proprie radici culturali. I bambini, ad esempio, provano l’esperienza degli agricoltori, con la cura dell’orto biologico del parco, con la piantumazione di piante autoctone e con la produzione del compost. Dopo la raccolta del mais sgranano e macinano le pannocchie con dei piccoli mulini, fino a ottenere la farina per la preparazione della polenta, per secoli alla base dell’alimentazione dei contadini delle campagne venete. “Anche il pranzo avviene all’interno delle strutture del parco, secondo una modalità conviviale che richiama il più possibile l’idea di comunità” prosegue Luisa Betto.

Un’attenzione particolare è data anche alla formazione del senso civico e del rispetto delle regole grazie alle uscite nei luoghi significativi del Comune, alle lezioni di educazione stradale tenute da agenti della Polizia Municipale e agli incontri con esponenti del mondo del volontariato.

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22 Aprile 2010 - Scrivi un commento
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