Veicoli elettrici in Lombardia: rivoluzione verde o bufala politico-economica?

Milano e Brescia saranno presto le prime città d’Europa ad installare punti di rifornimento di energia elettrica per i veicoli con motore a ioni di litio. Il progetto di eco-mobilità lanciato dalla regione coinvolgerà l’azienda elettrica A2A e il gruppo automobilistico Renault-Nissan. Ma, ancora una volta gli interessi politico-economici paiono ben superiori a quelli ambientalisti e gli obiettivi in termini ecologici potrebbero essere disattesi.

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di Virginia Greco

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Il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha annunciato un vasto progetto di eco-mobilità che investirà il capoluogo lombardo e la vicina città di Brescia
Alla vigilia delle elezioni amministrative (appena svoltesi), il Sindaco di Milano Letizia Moratti annuncia un vasto progetto di eco-mobilità che investirà il capoluogo lombardo e la vicina città di Brescia. A partire dal prossimo maggio l’azienda “multiutility” A2A procederà all’installazione nelle due città dei primi “distributori di energia elettrica”, ossia colonnine di ricarica per le batterie agli ioni di litio che alimentano le automobili elettriche.

Saranno 200 a Milano e 70 a Brescia, collocati in parcheggi pubblici e aziendali, e consentiranno di fare un pieno (che corrisponde a 160km di autonomia) in un tempo variabile tra le 6 e le 8 ore. Non ancora molto efficiente, dunque. Ma la seconda fase del progetto prevede che nel 2011 vengano attivate delle nuove prese da 400 Volt, le quali consentiranno la ricarica in solo mezz’ora.

Questo è il primo passo per sviluppare una rete point-to-point tra i principali comuni della Lombardia” ha dichiarato Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione dell’azienda A2A.

Ma di quali auto elettriche si tratta? Qui entra in gioco il terzo partner del progetto: il gruppo automobilistico francese Renault-Nissan. Già all’inizio della prossima estate saranno messi in circolazione 60 veicoli elettrici: 20 berline “Fluence” e 40 mezzi commerciali “Kangoo”. A testare tali veicoli saranno clienti (in prevalenza aziende) disposti a sottoscrivere contratti di affitto di circa 550 euro al mese. Renault procederà presto alla selezione di coloro che prenderanno in leasing i 60 mezzi in questione. Gli aspiranti clienti possono candidarsi tramite il sito web dei Comuni interessati.

Dopo tale prima fase di sperimentazione, si prevede una produzione in serie dei veicoli elettrici, che dovrebbero entrare sul mercato a tutti gli effetti a metà del prossimo anno.

Durante il suddetto periodo di test, l’azienda energetica A2A metterà a disposizione formule di abbonamento flat (ossia a tariffa unica) per il rifornimento di elettricità ai distributori. Successivamente saranno installati ulteriori punti di distribuzione (prevedibilmente in tutta la Lombardia), messe a disposizioni le prese da 400V a ricarica veloce e predisposto un piano tariffario diversificato (sulla base del tipo di ricarica effettuata, standard o veloce, ma probabilmente anche secondo parametri di consumo).

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Dopo tale prima fase di sperimentazione, si prevede una produzione in serie dei veicoli elettrici, che dovrebbero entrare sul mercato a tutti gli effetti a metà del prossimo anno
Si prevede la possibilità di mettere a punto in futuro anche un software per monitorare la richiesta e contabilizzare l’energia consumata”, afferma ancora Zuccoli. Sotto l’ipotesi di una percorrenza media annua di 15mila chilometri, A2A stima che i costi che i clienti dovranno affrontare per rifornire i propri veicoli saranno dimezzati rispetto a quelli sostenuti per un corrispettivo motore diesel.

Anche l’auto in sé, secondo quanto affermato dall’amministratore delegato di Renault Italia, Jacques Bousquet, avrà un costo che non supererà quello di un veicolo a gasolio, con la batteria a ioni di litio data in affitto all’acquirente. “In Renault ipotizziamo che nel 2020 almeno il 10% del mercato si sposterà sulla propulsione elettrica” afferma Bousquet.

Chiaramente la diffusione di auto elettriche, il cui utilizzo ridurrebbe drasticamente le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, non potrebbe farci altro che piacere. Se però guardiamo sotto la facciata pubblicitaria del progetto, sorgono alcuni ragionevoli dubbi, se non altro sulla genuinità e coerenza dell’iniziativa.

In primo luogo non ispira bene il fatto che l’annuncio sia stato dato a ridosso della tornata elettorale dello scorso fine settimana. E’ evidente che l’interesse pubblicitario è elevato. A proposito di ciò, torna alla mente quanto accadde anni fa quando Formigoni in sede di campagna elettorale aveva dichiarato di voler dare una svolta “verde” alla regione Lombardia, promuovendo la diffusione dell’auto a idrogeno.

Dopo le elezioni, del progetto non se ne è più parlato. Di promesse esaltanti fatte durante la campagna elettorale e poi disattese dai vincitori, del resto, se ne annoverano tante. Ciò che interessa è sempre il voto, poi il benessere dei cittadini e del Paese sono faccende secondarie.

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Anche l’auto in sé, secondo quanto affermato dall’amministratore delegato di Renault Italia, Jacques Bousquet, avrà un costo che non supererà quello di un veicolo a gasolio
Prendiamo poi in considerazione l’azienda energetica che provvederà al rifornimento, la A2A. Essa ha in progetto la costruzione di una centrale nucleare in Lombardia, scelta questa tutt’altro che ecologica. Molto probabilmente si arriverà dunque al paradosso della diffusione nella regione di veicoli a motore elettrico i quali saranno alimentati con energia prodotta in centrali nucleari e inceneritori.

C’è coerenza in questo? A parte l’ingente ritorno economico e di immagine, c’è forse un sincero interesse verso una tutela dell’ambiente e della qualità della vita sul territorio? Pare proprio di no.

Per altro, se si avesse effettivamente una diffusione massiccia dei veicoli elettrici nel territorio lombardo, l’azienda A2A eserciterebbe un notevole controllo sulla regione, la quale si affrancherebbe (parzialmente) dalla schiavitù alle multinazionali del petrolio per sottomettersi al giogo dei gestori delle centrali nucleari.

A proposito di nucleare, poi, il legame con il terzo partner del progetto viene alla mente in maniera piuttosto immediata. Renault-Nissan è il più grande gruppo automobilistico francese e, come ben noto, la Francia è la nazione europea maggior sostenitrice del nucleare.

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Renault-Nissan è il più grande gruppo automobilistico francese e, come ben noto, la Francia è la nazione europea maggior sostenitrice del nucleare
Essa si rifornisce grazie alle numerose centrali presenti sul territorio e altre di prossima messa in opera. Ma dopo aver investito tanto sull’energia nucleare, per rientrare dei costi sostenuti si trova anche a dover assolutamente esportare.

Negli ultimi anni l’Italia, che - andando controcorrente rispetto alle altre nazioni - ha deciso di tirar fuori dal cilindro il nucleare come soluzione migliore e insostituibile alla crisi energetica, ha stretto legami sempre più forti con la Francia. Questo accordo con la casa automobilistica francese per la fornitura di veicoli elettrici sembra rientrare perfettamente nel disegno.

Alla luce di queste considerazioni, si dovrebbe mitigare l'entusiasmo con cui accogliere l’iniziativa pseudo-ecologica e mantenersi piuttosto sospettosi e guardinghi.

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29 Marzo 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
30/3/10 14:25, Cristiano ha scritto:
Proprio oggi ho assistito ad una giornata di aggiornamento indetta dal CEI-CIVES dalla quale è emerso che il progetto non coinvolgerà il grande pubblico.
Non esiste ancora uno standard nazionale che norma le colonnine di ricarica (previsto per il 2011) e non sembra che le amministrazioni pubbliche siano ancora tanto "sensibili" al problema da intervenire in prima persona (es: iniziative per dotare le città di punti di ricarica compatibili con le diverse necessità - bici, scooter, auto)
Il punto di svolta è ancora lontano....
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