Legambiente

Legambiente: "Sul Lambro non si spenga l'attenzione"

“E’ stato un disastro ambientale ciò che è accaduto nel fiume Lambro. Ora non si spenga l'attenzione. E’ urgente il risanamento dei fiumi”, così Legambiente a chiusura dell'Operazione Sos Po-Lambro. E per il 2015 un grande obiettivo: il Lambro balneabile.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google

fiume lambro italia emergenza
“L’Italia si è rivelata impreparata ad affrontare emergenze come quella accaduta sui fiumi Lambro e Po"
“L’Italia si è rivelata impreparata ad affrontare emergenze come quella accaduta sui fiumi Lambro e Po. Solo la buona volontà e la prontezza della Protezione civile locale, dei tecnici della depurazione dell’impianto di Monza e di alcune Province e Comuni hanno consentito che il disastro non avesse conseguenze peggiori”. È questa la considerazione di Legambiente alla conclusione della campagna Operazione Sos Po-Lambro, partita subito dopo il disastro raggiungendo le zone più colpite lungo l’asta dei fiumi.

A conti fatti, da dati ufficiali, sono stati sversati 3.000 metri cubi di petrolio, cioè 2.600 tonnellate di idrocarburi di cui 1.800 di gasolio e 800 di oli combustibili. Gli interventi di contenimento hanno fatto sì che 1.250 tonnellate venissero bloccate dal depuratore di Monza, 300 nel piazzale della Lombarda Petroli, 200 fermate lungo il Lambro e 450 arrestate dalla diga di Isola Serafini. Delle 400 tonnellate che mancano all’appello, quantità imprecisate sono evaporate o si sono depositate sulle sponde, e dunque solo una piccola frazione, sicuramente inferiore al 10% dello sversamento, ha raggiunto il delta e da qui l’Adriatico. Il danno è stato comunque molto grave per le acque e l’ecosistema fluviale, e richiede azioni efficaci di risanamento e recupero ambientale.

Al danno da petrolio si è aggiunto quello legato alla messa fuori servizio del grande depuratore di Monza, che serve 700.000 abitanti equivalenti. Gli effetti sono stati limitati grazie alla tempestività degli interventi di ripristino messi in atto dalle maestranze dell’impianto, rientrato in funzione in anticipo sui tempi previsti, e alla modulazione delle portate del fiume attuata dall’ente Parco Regionale della Valle del Lambro, che regola la diga del lago di Pusiano: chiusa durante la discesa del petrolio per rallentare la marea nera, e poi riaperta per diluire i reflui del depuratore.

petrolio inquinamento
A conti fatti, da dati ufficiali, sono stati sversati 3.000 metri cubi di petrolio
Per verificare la situazione, Legambiente ha voluto “toccare con mano” ed è partita per un viaggio contro corrente - dal Delta fino a Villasanta - sulle tracce del disastro, per constatare direttamente i fatti e verificare, con i diretti interessati, come è stata affrontata l’emergenza. Per dieci giorni i tecnici di Legambiente, insieme ai circoli e ai comitati regionali di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, hanno incontrato associazioni, amministratori e semplici cittadini, che vivono sulle sponde di Po e Lambro.

Dagli agricoltori ai pescatori, dagli allevatori di mitili del delta del Po ai dirigenti dei Parchi e agli assessori delle provincie da Rovigo a Piacenza fino a Monza, chiedono con forza che il Lambro non venga escluso dagli interventi di risanamento del Po. Fra le istituzioni incontrate non potevano mancare l’Autorità di Bacino del Po e le Arpa delle tre regioni coinvolte. Durante il viaggio Legambiente ha registrato la rabbia e la speranza dei cittadini che vivono sull’asta fluviale e la preoccupazione per il danno ambientale che questo disastro ha portato.

Molte sono state le conferme alle accuse lanciate fin dalla prima ora. Innanzitutto quella relativa alla sottovalutazione della Regione Lombardia sull’entità dello sversamento, sottovalutazione che ha messo in grave difficoltà gli interventi successivi messi in campo nelle regioni Emilia Romagna e Veneto.

A questo si aggiunge la mancanza e l’inadeguatezza dei controlli delle industrie a rischio di incidenti rilevanti come la Lombarda Petroli: un fatto scandaloso, considerato che nella sola Lombardia le aziende a rischio sono ben 287. Appare ormai chiaro, infatti, che Lombarda Petroli, pur essendo riuscita da un anno ad uscire dal novero delle aziende a rischio, deteneva quantitativi di idrocarburi superiori al consentito, in condizioni di grave carenza di sistemi di sicurezza. Un quadro sconcertante, derivante anche dalla perdurante sovrapposizione di ruoli (le ispezioni al sito di Lombarda Petroli, a quanto pare superate con esito positivo, sono infatti una competenza del Ministero dell’Ambiente), che alla fine si è trasformata in tragedia ambientale.

Inoltre tutti i rappresentanti istituzionali incontrati nel corso del viaggio hanno lamentato la mancanza di un coordinamento nazionale per l’emergenza fin dall’inizio del disastro. Il ritardo con cui le Regioni hanno chiesto lo stato d’emergenza nazionale ha determinato disordine e conflitti nell’organizzazione degli interventi, senza che vi fosse chiarezza sulla catena di comando.

lambro po
Per dieci giorni i tecnici di Legambiente, insieme ai circoli e ai comitati regionali di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, hanno incontrato associazioni, amministratori e semplici cittadini, che vivono sulle sponde di Po e Lambro
Resta tutta da chiarire la dinamica degli eventi che hanno impedito di fermare la marea nera agli sbarramenti di Cerro al Lambro e Melegnano (Mi): in quel punto sono transitate circa mille tonnellate di idrocarburi, una quantità certo enorme, ma corrispondenti alla capacità di 40-50 autocisterne, mezzi che non sarebbe stato impossibile predisporre e gestire nell’arco delle molte ore che la marea nera ha impiegato per raggiungere i due centri al confine del territorio milanese.

Un plauso invece va agli enti brianzoli e a quelli piacentini: con sangue freddo e decisioni giuste, gli interventi dei dirigenti della provincia monzese, del Parco della Valle del Lambro e dell’Azienda che gestisce il depuratore sono stati sicuramente i più efficaci e tempestivi, mentre ai Sindaci di Piacenza e Monticelli, insieme al Presidente della Provincia e all'Autorità di Bacino, deve essere riconosciuta l'azione risolutiva, resa possibile dalla richiesta di intervento della Protezione Civile Nazionale in un momento di grave mancanza di coordinamento.

Alla fine del lungo viaggio di Legambiente quindi, bisogna tornare a parlare di bonifica dei siti in cui sono ancora presenti idrocarburi, di un’adeguata azione di monitoraggio delle acque, ma anche e soprattutto di risanamento di quella spina nel fianco che, da sempre, il Lambro costituisce per il Po, gravemente inquinato anche in condizioni ordinarie.

Tutto il resoconto dell’Operazione Sos Po-Lambro è disponibile sul sito www.legambiente.it

PER SAPERNE DI PIU' SULL'ARGOMENTO
Petrolio e Politica

Inverno 1973-74: dopo la guerra del kippur e la chiusura del canale di suez, il mondo trema di fronte al...
Continua...
Petrolio

Un noto giornalista del finacial times, esperto di problemi energetici, fornisce informazioni indispensabili...
Continua...
Petrolio e Dopo?

Per tutto il xx secolo gli allarmi sulla fine del petrolio sono stati lanciati con cadenza regolare: già...
Continua...
Manuale di Sopravvivenza alla Fine del Petrolio

Un'approfondita riflessione e un manuale ricco di suggerimenti e proposte concrete per modificare il nostro...
Continua...
16 Marzo 2010 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo
IN VETRINA
A partire da quest'estate, molte località italiane diventano balneabili "per decreto". In altre parole interi tratti di costa vengono dichiarati balneabili, non perché meno inquinati, ma solo perché è cambiata la legge. Legambiente denuncia la questione come un passo indietro in tema di depurazione, che lascia un deficit imbarazzante ad uno dei Paesi più industrializzati al mondo.
SITO UFFICIALE
PAROLE CHIAVE
LIBRI CONSIGLIATI
Mutamenti Climatici

Quante volte abbiamo ascoltato con una punta di scetticismo chi ci parlava di mutamenti di clima?Eppure negli...
Continua...
Fermiamo Mr. Burns

1987: con un referendum abrogativo gli italiani dicono NO al nucleare.2007: nonostante la decisione del...
Continua...
Risparmiare sui Consumi

Risparmiare energia, ridurre i consumi, riciclare correttamente i rifiuti: ecco una guida agile per...
Continua...
Ecologia Profonda

In questo libro vengono distinti per chiarezza due tipi di ecologia: una “ecologia di...
Continua...
Terra il Pianeta Prezioso

Inquinamento, deforestazione, mutamenti climatici, animali in via di estinzione... Proteggere la Terra non...
Continua...
ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI
ARTICOLI CORRELATI
ULTIMI COMMENTI
gian_paolo ha commentato l'articolo Nucleare e salute, un'altra ragione per dire no
carlo ha commentato l'articolo Quel che resta del Polo
linda maggiori ha commentato l'articolo Latte materno, diossine e Pcb
Simone ha commentato l'articolo Prahlad Jani, l'asceta che si autoalimenta da 74 anni
grazia ha commentato l'articolo Orti urbani: sostenibilità e socialità