Editoriale

Elezioni 2008, che vinca l’ambiente

A pochi passi dalle elezioni continua la corsa sfrenata alla divulgazione dei programmi politici a tutela degli interessi delle varie parti in gioco. Ma una cosa resta quasi invariata, l’attenzione all’ambiente. Vediamo come e perché le tematiche ambientali si sono guadagnate un posto prioritario nei programmi elettorali.

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di Claudia Bruno


Domenica e lunedì i cittadini italiani andranno al voto per esercitare l’unica funzione rappresentativa che questa democrazia ha lasciato loro. Gli ultimi due mesi sono stati una corsa sfrenata alle promesse più incredibili da parte di tutte le parti politiche, come è ormai uso e costume in Italia.

Nota positiva è che, tra le tematiche affrontate come priorità all’interno dei programmi di partito, ci sia ormai quasi dappertutto l’ambiente. Ed è una nota positiva, purtroppo, non tanto per la veridicità delle intenzioni che vengono urlate attraverso tutti i mezzi possibili e immaginabili, ma perché, quantomeno, manifesta una consapevolezza da parte dei candidati di come, al pari di tematiche da sempre considerate “calde”, quindi capaci di influenzare pesantemente l’elettorato - il lavoro, la sicurezza, i diritti civili - ora anche l’ambiente sia diventata una necessità da garantire ai cittadini, una sorta di servizio per la qualità del quale condividiamo quotidianamente responsabilità.

Così il PD promuove l'abbandono di stili di vita consumistici, energia solare per usi termici, incentivi di mercato volti a ridurre le emissioni di CO2, potenziamento delle infrastrutture di rigassificazione, manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica. Partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione per il Popolo delle Libertà e per La Destra, che promove anche l'acqua come bene pubblico. Termovalorizzatori e nucleare per l’UDC. Contrasto dei cambiamenti climatici, acqua pubblica, biodiversità, introduzione dei reati ambientali nel codice penale, diritti degli animali per la Sinistra Arcobaleno.

Tutti d’accordo su differenziazione e smaltimento dei rifiuti, rivalutazione dell’energia solare, diversificazione delle fonti energetiche, miglioramento della mobilità. Restano le divergenze, invece, sul piano dell’energia nucleare, delle grandi opere come la TAV, degli OGM, divergenze che tuttavia in questi giorni passano quasi in sordina di fronte al caos mediatico che sembra voler lanciare comunque e a tutti i costi l'unico condiviso messaggio "a vincere sarà anche l'ambiente".

Una testimonianza concreta della forza persuasiva che l’attenzione alle tematiche ambientali sembra aver raggiunto è il Patto per l’Ambiente lanciato da Legambiente come appello ai candidati, intitolato “Rifiuti, rinnovabili, mobilità sostenibile, no al nucleare” e che mette al primo posto il mutamento climatico e l’innovazione energetica.

A tre giorni dal voto, infatti, tanti e di forze politiche diverse i candidati che hanno sottoscritto il Patto proposto dall’associazione ambientalista che conta cento adesioni "pesanti": tra le firme, Bertinotti, Mussi, Donati, e Fontana (Sinistra Arcobaleno), Alemanno e Granata (Popolo delle libertà), Rutelli, D’Alema, Melandri, Realacci, Ferrante, Della Seta, Tocci e Franceschini (Partito Democratico), ma anche Pecoraro Scanio, Grazia Francescato, Loredana De Petris, Stefania Prestigiacomo, che non condivide però il no al nucleare, Paolo Russo (Pdl).

L’emergenza ambiente, insomma, sembra davvero aver fatto breccia negli animi dei nostri futuri governanti; e fa uno strano effetto, tuttavia, pensare come nel Paese del groviglio campano, delle discariche e della speculazione edilizia, della diossina a tavola e nel sangue, degli sprechi, dell’acqua privata, dell’automobile personale, degli animali in vetrina, ci sia questa larga unanimità ecologica.

Il dubbio ci viene, ma allora perché se siamo tutti d’accordo non siamo riusciti finora a vederci garantiti i "diritti ecologici" fondamentali? Non ci resta che augurarci che non si tratti solo di favole, e che già dal prossimo mese questa Italietta immorale possa davvero fare qualche passo avanti verso una responsabilità collettiva che riabiliti la politica ad essere quello che è, un insieme di scelte per poter vivere insieme; onde evitare di ritrovarci dal paese dei balocchi direttamente all’inferno, e stavolta per davvero.

Fonti:
www.legambiente.eu
www.sinistrarcobaleno.it
www.partitodemocratico.it
www.popolodellalibertà.it
www.la-destra.it
www.udc-italia.it
9 Aprile 2008 - Scrivi un commento

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