Come prima causa è stata additata la costruzione di una moschea nel quartiere cristiano di Nassarawa Gwon, a Jos, che con i suoi 500.000 abitanti occupa un punto cruciale tra il nord del paese musulmano ed il sud cristiano e animista. Le violenze scoppiate in questi giorni richiamano alla mente i fatti avvenuti nel settembre del 2001 – quando erano state incendiate chiese e moschee – nel novembre 2008 e nel luglio e nel dicembre dell’anno passato. Violenza su violenza, morti su morti, feriti su feriti, ma qual è il vero motivo?
Monsignor Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos, sostiene che le versioni fino ad ora pubblicate non sono corrette. Kaigama ha, infatti, comunicato all’agenzia cattolica Fides che non è stata attaccata e bruciata nessuna chiesa. Secondo un’altra versione gli scontri sarebbero stati provocati dall’assalto al cantiere di una casa in costruzione di un musulmano. Nulla di certo comunque. Per l’arcivescovo le cause delle violenze sono da ricercarsi in fattori etnici e politici. Anche nel novembre del 2008 i contrasti scoppiarono tra gli hausa di religione musulmana e le popolazioni indigene, in gran parte cristiane, per il controllo politico della città.
Per la Nigeria, tra l’altro, l’anno in corso è molto critico. Nel 2011 si terranno le elezioni amministrative, parlamentari, locali e presidenziali; le primarie per tale voto in alcuni Stati saranno proprio tra febbraio e marzo.
Più che al credo e alla religione i motivi potrebbero essere legati alle condizioni di sottosviluppo e di precarietà di molta gente povera che cerca un’occasione per sfogare la propria rabbia.
La Nigeria è lo stato più popoloso dell’Africa con 140-150 milioni di abitanti. Mille motivazioni sarebbero valide per conquistare questo paese, ma come spesso accade sono le ragioni politiche a prevalere.
Per fortuna non è sempre così. Proprio in Africa – il continente dei contrasti, delle contraddizioni, ma anche delle sorprendenti manifestazioni di convivenza pacifica – ci sono paesi in cui le fedi religiose convivono in grande armonia e simbiosi, sorreggendosi e camminando insieme verso un cammino di spiritualità e di crescita mistica.
Dorì, nel nord del Burkina Faso, è un esempio concreto di città in cui le fedi religiose convivono con armonia. Il Vescovo e l’Imam della città, infatti, stanno creando insieme il Centro inter-religioso “Dudal Jam” (Scuola di pace in migua peul).
Un gesto che testimonia la pace, la totale apertura e la disponibilità di queste due realtà. D’altronde, come sostiene l’Imam di Dorì, il mondo è come un grande appezzamento di terra coltivato con tante semenze diverse, dove c’è spazio per tutti. L’importante è avere rispetto l’uno per l’altro.
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