Legambiente

Ispra: precari ancora sul tetto

Legambiente, con la sua befana ambientalista, ha consegnato il carbone al commissario dell'Ispra per sollecitare una soluzione. Sono ormai 44 giorni, infatti, che sul tetto della sede di via Casalotti a Roma i ricercatori precari protestano contro il loro licenziamento. Il rischio è quello che siano compromesse importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare, le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto.

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Legambiente, con la sua befana ambientalista, ha consegnato il carbone al commissario dell'Ispra per sollecitare una soluzione
Un sacco pieno di carbone per il commissario straordinario dell'Ispra Vincenzo Grimaldi. A consegnarlo stamattina è stata la befana di Legambiente che, cavalcando la sua scopa, è arrivata fino alla sede centrale dell'ente in via Brancati a Roma. Sono ormai 44 giorni, infatti, che sul tetto della sede di via Casalotti i ricercatori precari protestano contro il loro licenziamento.

"L'intento della befana ambientalista - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente - è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti. L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta".

Il sacco privo di caramelle, consegnato oggi dalla befana di Legambiente è, infatti, anche un modo per cercare di scongiurare il rischio che con il taglio alla ricerca siano compromesse importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (tra cui anche le cosiddette "navi dei veleni"), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto.

"Speriamo vivamente - ha concluso Venneri - che il Prefetto ripensi alla situazione dei lavoratori dell'Ispra ed eviti al nostro Paese di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca".

Insieme a Legambiente, oggi era presente una delegazione dei precari dell'Ispra, ormai da 44 giorni sul tetto della sede di via Casalotti a Roma.

"Le bugie dei commissari, riportate anche dal Ministro Prestigiacomo, sono tante - ha aggiunto Massimiliano Bottaro, portavoce dei precari Ispra -. Secondo loro in Ispra ci sono '534 lavoratori con contratto flessibile', mentre lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo, durante un'audizione alla commissione ambiente della Camera del 29 ottobre 2008, ha affermato che i precari in Ispra erano 618. Riguardo la scadenza di "111 contratti" a fine 2009, le scadenze proseguono nei primi mesi del 2010, per un totale di 230 rapporti a termine: di questi, oltre 150 al momento non hanno avuto nessuna proroga, non si tratta quindi di 21 lavoratori come riportato dai prefetti".

4 Gennaio 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
5/1/10 18:38, michela ha scritto:
Il ministro ed i commissari dell'ISPRA sostengono di aver dato un "lancio" e non un "rilancio" alla ricerca in ISPRA. Probabilmente all'on. Ministro Prestigiacomo viene nascosto che la sede di Casalotti è lasciata all'abbandono nonostante le sue enormi potenzialità: riscaldamenti spenti per guasto alla caldaia, impianto elettrico arcaico e corridori bui per illuminazione non funzionante, laboratori sprovvisti del minimo indispensabile come la banale carta assorbente, trasferimento di uffici amministrativi fondamentali come il servizio del protocollo informatizzato che ora lavora su carta....tanta, tanta carta.
Trovo uno strano collegamento col fatto che il Sindaco Alemanno è interessato alla sede di casalotti ed alle sue decine di ettari di bosco che potrebbero essere sacrificato a favore dell'edilizia privata, in un quartiere già fortemente antropizzato. Insomma...una covergenza di interessi. Ma a chi interessa la ricerca ambientale?




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