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Ecofin: ennesimo fallimento a poche settimane da Copenhagen

I ministri europei dell’Economia riuniti oggi al vertice ECOFIN hanno fallito nuovamente a indicare l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare i cambiamenti climatici.

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Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia
A poche settimane dall’avvio della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenaghen, i ministri europei dell’Economia riuniti oggi al vertice ECOFIN hanno fallito nuovamente a indicare l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare i cambiamenti climatici.

“Quello di oggi è un altro grave passo per spingere la conferenza di Copenaghen verso il fallimento totale”, denuncia Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace, “La questione finanziaria è un punto cruciale per sbloccare i negoziati, ma la mancanza di leadership da parte dei ministri europei ci spingerà verso il muro contro muro”.

A questo punto la decisione verrà rimessa ai prossimo summit europeo dei Capi di Stato, tra dieci giorni. Greenpeace esorta tutti i leader europei a mantenere fede alla leadership sul clima e chiede all’Europa di contribuire con 35 miliardi di euro all’anno, fino al 2020, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni, per fermare la deforestazione, e per misure di adattamento agli impatti inevitabili dei cambiamenti climatici.

“Se i capi di Stato non metteranno una pezza la passo falso di oggi, non ci sarà alcun accordo a Copenaghen e l’umanità andrà incontro a migrazioni di massa, aumento della fame nel mondo, perdita di interi ecosistemi ed estinzioni del 30 per cento delle specie viventi oggi conosciute - ricorda Tedesco - i costi per l’economia saranno pari al 20 per cento del Pil mondiale, dunque i soldi da investire oggi sono minimi rispetto ai costi futuri degli impatti climatici”.

20 Ottobre 2009 - Scrivi un commento
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