Galapagos: turisti, migranti e biodiversità

Negli ultimi 10 anni la popolazione delle isole Galapagos è raddoppiata. La massa di turisti che ogni anno visitano l’arcipelago ha causato un’ondata di migranti dalla terra ferma dell’Ecuador. Questo drastico aumento della popolazione mette a rischio l’attrazione principale delle isole: la maggiore biodiversità del pianeta.

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di Elisabeth Zoja

galapagos arcipelago ecuador
La Galapagos, un arcipelago di isole tropicali vicino l'Ecuador
“Ci è stato detto che la foto di una tartaruga per un turista ricco vale di più di un cittadino ecuadoriano” afferma Maria Mariana de Reina Bustos, un’ecuadoriana che vive sulle isole Galapagos. La figlia 22enne è appena stata catturata dalla polizia locale che l’ha messa su un aereo per rimandarla nell’Ecuador.

Accettare l’immigrazione o preservare la biodiversità? Le Galapagos non sono l’unico luogo che provoca questa difficile domanda. Difficile soprattutto perché l’immigrazione e la biodiversità girano intorno ad un’unica cosa: i turisti americani ed europei.

Le specie rare delle Galapagos dipendono indirettamente dai turisti, poiché è quasi esclusivamente nel loro interesse che il governo locale tenta di proteggerle. Ma anche gli ecuadoriani non hanno in mente altro che i turisti occidentali quando emigrano verso le isole: sono in cerca di lavoro e di salari più alti.

inquinamento oceano galapagos
L'inquinamento dell'oceano vicino le isole causato dai turisti e dai migranti minaccia le specie native dell'arcipelago
Quello di cui però i migranti della terra ferma non si rendono conto è che le colline di rifiuti che hanno creato nell’ultimo decennio, (in cui la popolazione delle isole è raddoppiata a 30.000 abitanti) danneggiano gravemente la biodiversità locale e dunque anche il turismo.

Già nel 2007 le Nazione Unite inclusero le Galapagos nella lista dei patrimoni naturali a rischio. Gli scienziati dissero che la crescente popolazione stava causando gravi danni: fuoriuscite di carburante e pesca di squali e tartarughe giganti. Un’altro pericolo è quello delle nuove malattie ‘importate’ dai turisti occidentali.

“Con le persone vengono i gatti, e coi gatti arrivano minacce per le specie che esistono solo su queste isole” spiega Fernando Ortiz, coordinatore del programma Galapagos dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

booby uccello galapagos
Il booby dalle zampe turchesi, è un uccello marino nativo delle isole Galapagos
Il governo locale ha tentato di preservare l’habitat di specie quale il booby dalle zampe turchesi (un uccello marino che si riproduce quasi esclusivamente sulle Galapagos) definendo il 97% del territorio dell’arcipelago parco protetto. L’invasione di turisti e migranti però, non si lascia intimidire da questi provvedimenti.

Teoricamente la residenza è permessa solo a chi è arrivato prima del ’98 e a coloro che possiedono un permesso di lavoro. Ovviamente anche i nativi dell’isola possono restarci, e con essi i loro coniugi. È nato così un vasto mercato di matrimoni per ottenere la residenza.

La migrazione clandestina in queste isole presenta aspetti simili a quelli dell’Unione Europea, inclusa l’Italia. Anche sulle Galapagos i migranti arrivano spesso in piccole barche, nonostante le isole distino ben 960km dalla costa dell’Ecuador. E anche lì vengono catturati da una polizia speciale, detta la ‘migra’, che quest’anno ne ha rispediti a casa più di 1.000 e sta continuando a fare lo stesso con molti altri.

tartarughe galapagos
Le tartarughe giganti sono tra gli animali più minacciati dal drastico aumento della popolazione
Una situazione simile si riscontra anche sull’isola di Pasqua, che fa parte dello stato cileno dal 1888. Ad agosto alcuni attivisti Rapa Nui - la popolazione locale dell’isola, costituita da sole 2.500 persone - hanno bloccato le piste aeroportuali per più di due giorni. Non ne potevano più dei 70.000 turisti annuali e dei conseguenti immigrati dalla terra ferma cilena.

Alla base del problema sta dunque il crescente numero di turisti. I governi locali però li accolgono a braccia aperte poiché alimentano uno dei settori più redditizi della nazione. Il risultato è che i vacanzieri possono giungere ed inquinare quando vogliono, mentre i migranti che arrivano per lavorare vengono rispediti indietro.

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19 Ottobre 2009 - Scrivi un commento
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