Un aquilone ci salverà?


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Nel giugno 2008 ne avevamo già parlato: la tecnologia del Kite Gen potrebbe veramente stravolgere il settore delle energie rinnovabili: stiamo parlando di aquiloni che sfruttano la forza dei venti. Un’invenzione italiana che in questi giorni sembra essere tornata “di moda”. Non va mai dimenticato, però, che nessuna fonte rinnovabile può permetterci di conservare gli stili di vita folli e gli sprechi attuali. Ma lasciamo la parola a Cristiano Bottone.

Una delle cose di cui si è parlato spesso ad Alcatraz durante il convegno informale di ASPO è della interessante prospettiva che il Kite Gen rappresenta per le energie rinnovabili.

È un progetto italiano in fase di sperimentazione abbastanza avanzata e la cosa incredibile è che pare proprio aver mantenuto fino a qui le sue promesse. Leggero, poco invasivo ed estremamente produttivo, il Kite Gen sfrutta i venti di alta quota con un meccanismo semplice e ingegnoso.

Si tratta in fatti di un aquilone (kite) che si comporta come una specie di enorme yoyo srotolando una bobina di cavo e producendo in questo modo una grande quantità di energia con un rendimento molto superiore agli impianti eolici “torre & pale” che stiamo impiegando attualmente (vedi filmato qui sotto).

Abbiamo quindi trovato un modo per avere disponibili grandi quantità di energia elettrica rinnovabile con una produzione quasi costante? Forse sì, e se così fosse ci sono tutte le ragioni per celebrare.

Se questa e altre tecnologie potessero essere sviluppate a dovere (e qui si aprono le incognite legate ai finanziamenti e alle pressioni di chi non le vuole), avremmo finalmente a disposizione l’energia che serve a costruire un nuovo modello di mondo. Ma attenzione, NON POTREMMO COMUNQUE CONSERVARE QUELLO ATTUALE.

Il rischio, paradossalmente, sta proprio qui. L’affacciarsi di nuove tecnologie di questo genere può far pensare che quindi tutto può continuare come sempre, mentre è vero esattamente il contrario. Proprio perché possiamo ancora farcela e trovare soluzioni intelligenti e sostenibili, dobbiamo predisporre il sistema per adattarlo a un futuro basato su energie e risorse rinnovabili.

È quindi una notizia bellissima, purché sia accompagnata da quel processo di transizione che serve convertire l’attuale follia in qualcosa di sensato ed equilibrato. Se ci muoviamo in fretta e se queste sperimentazioni arrivano alla fase di produzione potremmo veramente evitare il baratro della deprivazione energetica e trovarci un un mondo più sano, pulito, equo, sensato e felice.

Beh, dai, oggi mi sento allegro…

Articolo tratto da Io e la transizione

7 Luglio 2009 - Scrivi un commento
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