Dislessia, nuova proposta di legge: qual è il labile confine tra scuola e ospedali?

Il numero di bambini con problemi legati al linguaggio aumenta in modo vertiginoso. Circa dieci giorni fa abbiamo pubblicato la testimonianza di una mamma/insegnante preoccupata delle ultime iniziative istituzionali a tal proposito. In redazione ci è giunta un’altra lettera di un nostro lettore anch’egli inquietato dal labile confine tra scuole e ospedali.

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Bambini in perfetta salute a partire dalla scuola dell’infanzia potranno essere sottoposti a test nella lettura, nella scrittura e nel calcolo ed essere poi etichettati “affetti da dislessia, discalculia, disortografia…”
Bambini in perfetta salute a partire dalla scuola dell’infanzia potranno essere sottoposti a test nella lettura, nella scrittura e nel calcolo ed essere poi etichettati “affetti da dislessia, discalculia, disortografia…”.

Risultato finale: nuovi pazienti che potrebbero andare ad incrementare le entrate di “specialisti” preposti alla somministrazione e alla valutazione dei test, incremento di persone disabili nella nostra società e fallimento dell’istruzione e dell’istituzione scolastica.

Un nuovo disegno di legge sulla dislessia, già approvato dalla Commissione Istruzione del Senato, a breve passerà alla Camera. Se dovesse superare il vaglio parlamentare, il diritto all'istruzione sarà spazzato via da vincoli diagnostici soggettivi e arbitrari.

Difficoltà di lettura, di scrittura o di calcolo, saranno ridefinite come “Disturbi Specifici di Apprendimento”, ossia malattie psichiatriche, e in quanto tali suscettibili di trattamento. Un business enorme, se si considera che il 3-5 per cento dei bambini sono ritenuti "affetti" da DSA. Studenti del tutto normali potrebbero venire discriminati e finire su percorsi educativi alternativi, alla stregua dei portatori di handicap (regolamentati dalla legge n. 104 del 5 febbraio 1992). Le valutazioni però sarebbero prive di valore scientifico, essendo basate su una batteria di prove che non tengono in nessun conto del percorso educativo-didattico degli alunni, del lavoro svolto in classe, del contesto sociale in cui i bambini sono inseriti e del loro rapporto con la famiglia.

Quindi non esami diagnostici, ma solo test e punteggi del tutto arbitrari. Come può un test univoco determinare la reale difficoltà del bambino, che magari è ascrivibile a difficoltà familiari o più semplicemente a una scarsa conoscenza della lingua, o a una mancata comprensione della lingua stessa? Dietro a un velo fatto di mistificazione e compassione, scopriamo celarsi un allettante business: l'industria farmaceutica, che è penetrata in altri ambiti, contagiando profondamente il settore educativo. E se un bambino etichettato “dislessico” venisse considerato anche affetto da “ADHD”, potrebbe essere sottoposto a una terapia psico-farmacologica. Tombola! Nelle scuole americane gli psicologi sono passati dai 1000 del 1950 ai 10000 circa del 1990. Come scrive Bruce Wiseman: "Qualsiasi traccia della psichiatria e della psicologia dovrebbe essere rimossa dalle nostre scuole. Le scuole servono per imparare. Non servono per esperimenti psichiatrici su giovani menti".

Davis Fiore

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29 Giugno 2009 - Scrivi un commento
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2 lettori hanno commentato questo articolo:
7/7/09 11:10, marinella ha scritto:
Vorrei dire che invece per i bambini accertati di autismo nelle scuole non viene fatto molto in quanto le insegnanti di sostegno che dovrebbero seguirli non hanno la formazione nè l'esperienza adeguata:L'istituzione dirige anche il tipo di approccio terapeutico senza tenere conto della singolarità del bambino e della sua famiglia e soprattutto non è aperta ad altre terapie che non quelle acclamate dalla CARA asl o università a cui fa riferimento. Questo stato di stallo mentale pschiatrico si trova soprattutto nel Lazio dove purtroppo abito con il mio bambino autistico.
Secondo me questo accanirsi sul trovare disturbi dell'apprendimento è come andare in cerca di farfalle nel deserto ma poi come giustificare i soldi che inutilmente vengono spesi per lo studio delle varie patologie ?
Prima di poter dire che un bambino è dislessico ci vuole del tempo e in questo tempo devono essere adottate soluzioni didattiche e soluzioni relazionali con la sua famiglia e alla fine di questi sforzi allora il bambino potrà essere aiutato con terapia d'appoggio con il consenso informato della sua famiglia e no come decisione indiscutibile dell'ente preposto.
1/7/09 07:10, Attilio ha scritto:
Gentile Direttore,

in questi giorni è in discussione alla Camera una Legge, già passata al Senato, in cui vengono finalmente riconosciuti e definiti i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento come dislessia, disgrafia/disortografia e discalculia), che interessano circa il 5% della popolazione scolastica.

Prima di tutto vogliamo ringraziare chi si è fatto carico di compiere questo grande passo che darà a tanti bambini e ragazzi la speranza di una vita scolastica meno frustrante e deludente, mettendoci al passo con gli altri paesi europei, che hanno già da tempo adottato legislazioni ad hoc.
Inoltre vorremmo che tutti sapessero di cosa si tratta e quali sono le misure che verranno prese.

La cosa da chiarire subito è che i bambini e i ragazzi interessati da D.S.A. non prendono farmaci. Quindi, questa legge non serve per arricchire nessuna casa farmaceutica e non ci sono interessi “dietro”, se non quelli di questi allievi. Coloro che hanno un DSA non hanno malattie, non è possibile curarli e quindi i farmaci sarebbero inutili e dannosi. Sono bambini e ragazzi con intelligenza normale, spesso superiore alla media.

Come dice il testo approvato dal Senato, i DSA impediscono l'utilizzo in maniera automatica e strumentale delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo e possono costituire una limitazione importante per l'apprendimento per alcune attività della vita quotidiana di queste persone.

Per poter essere alla pari con i loro compagni, quindi, questi bambini e ragazzi hanno bisogno di strumenti compensativi come l'uso del PC, l'uso della calcolatrice, l'uso degli audiolibri non perché non sappiano leggere, scrivere e fare i conti ma semplicemente perché hanno bisogno di essere alleggeriti in un compito per loro troppo faticoso: leggere, scrivere e fare conti mentali, per loro, non sono processi automatici come per i loro compagni. Ad esempio, la decodifica di un testo o il richiamare alla memoria le tabelline li impegnano tanto da impedire loro di concentrare le energie in processi superiori come la comprensione del testo o la risoluzione di problemi.
Saranno quindi previste dalla Legge, a seconda delle difficoltà individuali, delle “misure dispensative” come, ad esempio, dispensa dalla lettura a voce alta, dallo studio mnemonico delle tabelline, tempi più lunghi per prove scritte.

Questi non sono “privilegi” come alcuni insegnanti sono portati a credere disattendendo sistematicamente le circolari ministeriali che hanno finora regolato questa materia, in assenza di una vera legge. Non è possibile distinguere un bambino o un ragazzo con DSA “a vista”, perché è in tutto e per tutto uguale agli altri. Semplicemente, ha bisogno di particolari accortezze per poter partire più o meno alla pari con gli altri e avere uguali possibilità di accesso all'apprendimento ed alla piena realizzazione della propria vita.

Per questo motivo, finora, la vita scolastica di questi bambini e ragazzi è stata una vera e propria tortura. Vengono sottoposti ad umiliazioni, derisi, tacciati di pigrizia. Questo è molto ingiusto ed è un grosso rischio poiché è inevitabile che un bambino o un ragazzo con DSA, pur applicandosi e sforzandosi come e più degli altri, non possa ottenere gli stessi risultati dei suoi compagni. È un grosso rischio per la loro autostima, è un grosso rischio perché può portare a stati ansiosi, depressivi, è un grosso rischio perché sono troppi i casi di abbandono scolastico dovuti proprio a questo. Infine, è un grosso rischio perché un bambino non capito a scuola diventa un emarginato, e questo può facilmente portare a quel fenomeno che come sappiamo è sempre più diffuso nelle nostre scuole, quello del bullismo, di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni. Questi ragazzi sono a rischio, diventando vittime di bullismo o essi stessi bulli.
Tutte queste ingiustizie mettono a rischio una crescita armonica, la giusta e piena realizzazione a cui ogni essere umano ha diritto.

Quindi, questa legge è un enorme traguardo al quale noi, genitori, bambini e ragazzi con DSA , guardiamo con grande speranza.

I ragazzi e i genitori del forum Dislessia Online (http://www.dislessia.org/forum)
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