Rinunciare alla macchina è possibile e non solo in città

In un distretto vicino Friburgo le automobili rimaste sono davvero poche. Non esistono i garage privati e parcheggiare sulla strada è vietato. Così la maggior parte dei residenti di Vauban non possiede una macchina. Si tratta di un sacrificio o di un sollievo?

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di Elisabeth Zoja

distretto vauban
Squarci del distretto di Vauban vicino Friburgo
3.850 persone hanno compiuto quella rinuncia che molti predicano, ma pochi riescono a fare: astenersi dal possesso di una macchina. Sono gran parte dei residenti di Vauban, un distretto a qualche chilometro da Friburgo. Il merito però, non è esclusivamente loro. Lo schema planimetrico del quartiere con l’intrecciamento di abitazioni, negozi e mezzi pubblici, permette questo tipo di rinuncia.

Non solo la permette, ma quasi la impone: non esistono i box privati ed è vietato parcheggiare sia su proprietà privata, che in strada. Per raggiungere la propria macchina bisogna quindi andare fino a uno dei due parcheggi comunali che distano quasi mezzo chilometro dalle abitazioni.

Vauban è così organizzata dal 2006, e ormai solo il 30% dei suoi 5.500 residenti possiedono un’auto. “Come si fa a vivere senza macchina?” si chiedono molti. Il problema è forse più psicologico che pratico: nella realtà esiste quasi sempre un’alternativa.

Per fare la spesa, ad esempio, i residenti di Vauban prendono un carrellino e lo trascinano dietro a piedi o attaccandolo alla bici.

Per spostarsi all’interno del distretto o per raggiungere Friburgo sono forniti di un’ottima rete di mezzi pubblici. Grazie alla nuova linea di tram, i possessori di auto del quartiere sono diminuiti del 60% rispetto alla media tedesca.

E per andare in vacanza? Vi sono famiglie che possiedono una macchina in comune, e per le altre c’è il treno o il club di car-sharing.

Vauban “è un esempio eccellente”, si complimenta Paul Holloway, ministro per lo sviluppo urbano australiano che ha sorvolato il globo per vedere coi propri occhi il quartiere. Dalla sua realizzazione nel 2006, Vauban continua ad attirare politici e pianificatori urbani del mondo intero. Nel 2010 sarà il quartiere stesso ad attraversare il globo: verrà presentato all’Expo di Shanghai.

Vauban è l’esempio di un fenomeno crescente in Europa, chiamato “Smart Planning”. Il distretto è organizzato in modo ‘sensibile agli spostamenti’: è abbastanza lungo e sottile, e viene attraversato da una linea di tram che si avvicina ad ogni abitazione. La strada principale, percorsa da questo tram, porta fino a Friburgo. Questa strada, insieme a qualche altra al confine del distretto, è l’unica ad essere aperta al traffico.

Come si sentono i residenti soggetti a questo ‘esperimento’?

tram vauban
Il tram che attraversa l'intero distretto di Vauban fino a Friburgo
Si potrebbero dividere in due gruppi: i favorevoli e gli spaventati. Heidrun Walter, ad esempio, afferma: “Quando avevo la macchina ero sempre tesa. Sono molto più serena così”. Forse si tratta di una madre iperprotettiva che vede solo il lato positivo del progetto. Vi sono però anche altre persone che, nonostante una certa nostalgia, appoggiano l’iniziativa; come lo scienziato Henk Schulz, che ricorda ancora il giorno in cui ha compiuto 18anni: tempi in cui “era molto eccitante comprare la prima macchina”. Forse quei tempi non sono (ancora) passati, ma lo scienziato afferma di essere contento che i suoi figli crescano lontani dalle automobili.

Gli ‘spaventati’ sono invece coloro che “vengono a vivere qui e poi si ritrasferiscono dopo poco. Sentono la mancanza della macchina nel garage”, dice Heidrun Walter. Sono però una minoranza: molte famiglie restano a Vauban volentieri, e più della metà arrivano già senza macchina.

Se questo progetto si è sviluppato proprio nella patria delle Mercedes e delle autostrade perché non potrebbe funzionare anche altrove? Gli Stati Uniti stanno programmando una comunità ispirata a Vauban nei sobborghi di Oakland, in California.

Negli anni ’50 l’American Dream era un modello per il mondo. Una grande casa isolata munita di garage per almeno due automobili. La macchina era essenziale quanto la casa. Adesso questi valori stanno cambiando e il vecchio sogno americano sembra frantumarsi. Speriamo sia davvero così.

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