Europa

L’Unione Europea, il mostro burocratico lontano dalla gente

L'Unione Europea è un'organizzazione burocratizzata e centralista, lontana dalla gente e vicina ai poteri forti. Conosciamo meglio alcuni suoi aspetti, in particolare il processo di approvazione della Costituzione Europea, che ha mostrato ingombranti scheletri nell'armadio dei politici di Bruxelles.

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di Francesco Bevilacqua

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Conosciamo bene l'Unione Europea?
L’Unione Europea è oggi presentata come il futuro politico e istituzionale del continente, l’unica realtà in grado di regolamentarlo adeguatamente al suo interno e dargli un volto confacente sullo scenario mondiale. La realtà dei fatti tuttavia è ben diversa.

La filosofia stessa che ha ispirato la nascita di questo organismo nel 1957 – allora si chiamava Comunità Economica Europea – è di chiaro stampo economicista e mercantilista; in più di cinquanta anni ci sono state molte evoluzioni, è stato cambiato il nome – l’Unione Europea come la conosciamo oggi nasce a Maastricht nel 1992 – ma i problemi sono sempre gli stessi. Prima di tutto stiamo parlando di un organismo sopranazionale che si nutre della sovranità dei paesi che lo compongono accentrando nelle sue mani il potere legislativo, economico, politico e giudiziario.

Esso è strutturato espressamente per sottrarsi alla legittimità del consenso popolare.

Il Parlamento, unico organo elettivo dell’Unione, ha infatti un ruolo estremamente limitato: gode formalmente del potere legislativo, ma l’iniziativa di legge spetta alla Commissione Europea e il Parlamento si deve limitare a fornire un parere, peraltro solo nei casi più importanti; detiene il potere di bilancio, ma il consuntivo viene presentato dalla Commissione e il Parlamento, di concerto con il Consiglio dell’Unione Europea, lo può esaminare e respingere solo per gravi e importanti motivi; infine il Parlamento può esercitare una mozione di censura in sede di costituzione della Commissione Europea.

Le competenze più importanti sono attribuite al Consiglio dell’Unione Europea, formato dai Ministri dei paesi membri, e alla Commissione Europea, formata da commissari proposti ciascuno da un paese membro e nominati dal Presidente della Commissione, che a sua volta è selezionato dal Consiglio dell’Unione Europea. Da non dimenticare infine il ruolo della Banca Centrale Europea, depositaria di importantissimi compiti di natura economica e monetaria e composta dalle maggiori banche centrali europee, a loro volta di proprietà di banche commerciali private.

Ecco il quadro di una struttura esclusiva e oligarchica, in cui ogni organismo si appoggia all’altro senza mai passare però attraverso l’approvazione elettorale e popolare.

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Trattato di Lisbona, 2007
La lontananza dell’Unione Europea dalla gente è testimoniata anche dal cammino di approvazione della Costituzione Europea, un atto fondamentale che nella sua prima stesura è andato incontro a una sonora bocciatura da parte di Olanda e Francia, guarda caso gli unici due Paesi – insieme alla Spagna – in cui il progetto costituzionale è stato sottoposto a referendum popolare. Col Trattato di Lisbona la carta è stata modificata, eliminando alcuni dei punti che in maniera più palese si appropriavano della sovranità delle nazioni europee; il documento rinnovato è stato quindi riproposto ai paesi membri per essere approvato, ma l’unico di essi che ha deciso di ricorrere ancora una volta al referendum popolare – l’Irlanda – ha provocato un nuovo stop dell’iter di ratifica.

Niente di strano, a pensarci bene, che la Costituzione di un organismo che per anni ha agito nell’esclusivo interesse delle grandi aziende, delle lobby finanziarie e dei poteri forti di oltreoceano, dimostrandosi estraneo ai bisogni dei popoli europei, proprio da essi sia stata respinta con decisione.

La prima proposta di Costituzione europea risale al 2004 ed era formalmente denominata Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa. La firma della carta è avvenuta il 28 ottobre 2004 a Roma e ha preceduto l’iter di ratifica presso ciascun paese membro. Com’è noto, questo processo è stato bruscamente interrotto nel 2005 dalla netta bocciatura di Francia e Olanda, gli unici due Stati (insieme alla Spagna) che avevano deciso di ricorrere al referendum popolare. Il 54,7% dei francesi e il 63,3 % degli olandesi ha infatti rifiutato la proposta costituzionale.

Il pesante insuccesso ha indotto le istituzioni europee ad attuare un’opera di revisione e modifica della carta costituzionale presentata, anche tenendo conto delle aspre critiche avanzate da alcuni paesi in fase di Conferenza Inter-Governativa.

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Il Parlamento, unico organo elettivo dell’Unione, ha un ruolo estremamente limitato
Nel 2007 è stata avviata una nuova CIG che ha eliminato dei passaggi del vecchio documento, alcuni dei quali decisamente lesivi della sovranità e dell’autonomia dei paesi membri. Fra questi è opportuno ricordare l’esplicita affermazione del primato del diritto dell’Unione Europea rispetto al diritto nazionale, palesemente lesivo della sovranità giudiziaria, l’individuazione della libera concorrenza come obiettivo fondamentale da raggiungere e un deciso accentramento di poteri in termini di politica estera. Inoltre, la vecchia Costituzione avrebbe sostituito i trattati in vigore (Roma e Maastricht), mentre la nuova proposta – che anche formalmente non è più un Costituzione tout-court ma un Trattato di Riforma – prevede una semplice integrazione delle nuove disposizioni nei vecchi trattati.

Nonostante questo sforzo di convergenza – finalizzato fra l’altro a eliminare resistenze e intoppi nel corso del processo di ratifica – permangono diverse criticità anche nel nuovo Trattato di Riforma: per quanto riguarda la politica estera, la nuova figura del Ministro degli Esteri viene eliminata ma l’Alto Rappresentante per la PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune) godrà comunque dell’ampliamento dei poteri che sarebbe dovuto spettare al Ministro. Viene abolita la struttura a tre pilastri che era stata presentata come una grande conquista ai tempi del Trattato di Maastricht. Viene notevolmente ridotta la frequenza di avvicendamento alla presidenza del Consiglio: da sei mesi a due anni e mezzo. Vengono ridotti i componenti della Commissione Europea, che rappresenteranno non più tutti i paesi membri ma solo due terzi di essi, con la possibilità di operare esclusioni e selezioni. Fortunatamente alcune modifiche - come per esempio l’introduzione della possibilità di recesso dall’UE o la facilitazione dell’esame delle proposte comunitarie da parte dei parlamenti nazionali - possono essere anche considerate come un passo avanti rispetto al precedente trattato.

Per quanto riguarda l’iter di ratifica del Trattato di Riforma (meglio noto come Trattato di Lisbona), è stato accuratamente evitato da tutti i paesi il ricorso al referendum. Giunto il turno dell’Irlanda però, che è obbligata dalla sua costituzione alla consultazione popolare, è sorto un nuovo intoppo poiché il 53,4% degli irlandesi si è dichiarato contrario anche a questa proposta. E il problema non è solo legato alla credibilità politica dell’Unione, ma anche al fatto che impalcatura strutturale dell’UE, che aveva dato per scontata l’approvazione del Trattato di Riforma entro il 2009, si trova ora in una imbarazzante situazione di empasse operativo.

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20 Maggio 2009 - Scrivi un commento
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8 lettori hanno commentato questo articolo:
25/5/09 04:49, francesco ha scritto:
dietro l'autorizzazione degli interessati, copio e incollo uno scambio di mail fra paolos e me che permette di approfondire le nostre posizioni:

Caro Francesco,
nulla mi toglie dalla mente che l'avversione all'UE di persone intelligenti come quelle del tuo sito sia cieca.
Ovvero sia determinata da una "naturale" avversione verso ciò che è lontano, sovranazionale, SENZA un motivo vero, di fondo, di contrasto verso un'istituzione non capita e non studiata fino in fondo.
Eppure l'UE ha garantito un periodo di pace e prosperità senza guerre. E ora voglio combattere nel campionato globale con USA, Cina, India, Brasile: nel XXI secolo o saremo Europa o non saremo.
Paolos


Ciao paolos; ho individuato nelle tue considerazioni un passaggio che è emblematico della nostra divergenza di pensiero: al "campionato globale" in cui tu ti vuoi battere io mi guardo bene dal partecipare, anzi cerco di fare in modo che non si svolga neanche.
l'unione europea ha a mio avviso un compito molto difficile che è quello di recuperare attraverso l'affratellamento il retaggio storico e spirituale comune che costituisce la "vera europa" e che - in questo sono d'accordissimo con te - è la nostra unica speranza di sopravvivere in uno scenario geopolitico in cui noi siamo un vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro di USA, cina, GB e altri (facendo un pò di fantapolitico ti confesso che vedo con simpatia la russia di putin).
per quanto sia arduo tuttavia, l'UE è ben lontana da svolgere al meglio questo compito. già il fatto he sia nata da un trattato esclusivamente mercantile è un campanello d'allarme (mi riferisco al CECA del 1950); e infatti è facile notare come la maggior parte delle decisioni siano prese con criteri economici, poichè l'economia è la sfera che mantiene il primato su tutti gli altri ambiti (quello sociale, politico, culturale eccetera).
addolcendo un pò la pillola potrei dirti che l'unione europea rappresenta una rappresentazione in scala maggiorata di tutte le storture che caraterizzano la politica italiana (concorderai che non sono poche...) e tiene un atteggiamento che mai ci potrà portare alla tanto agognata indipendenza economica e politica dal mondo atlantico (penso per esempio allo scandalo sloveno delle intercettazioni di fried, vice di condy rice, proprio mentre jansa era presidente di turno del consiglio europeo; oppure della precipitosa ritrattazione di topolanek delle sue affermazioni su israele e "piombo fuso").
un saluto e ancora un ringraziamento per la passione con cui ti confronti con noi su questi temi importanti e interessanti.
francesco

Le considerazioni sul campionato sono le stesse che ho fatto prima: questo atteggiamento è cieco. Far finta di non vedere un campionato che già esiste non ha molto senso.
L'UE ha iniziato la sua vita dal lato economico? Ma tutti sappiamo anche che questo approccio è figlio di un fallimento: ovvero del falimento della CED, cioè quello di far partire l'integrazione partendo dalla difesa, dagli eserciti che fallì per colpa dei francesi. E allora la strada individuata per far partire una qualche forma d'i integrazione era ripartire dalle macerie del dopoguuerra, ovvero affrontare insieme la questione dell'acciaio: non appena possibile l'integrazione europea si è spostata sul lato politico (che peraltro è quello che critichi di più).
Che poi l'UE non sia il massimo possibile posso essere d'accordo. Non vanno alcune politiche, non vanno alcuni uomini, potrebbero essere migliorate alcune architetture istituzionali.
Ma andrebbe analizzato meglio anche quello che va dell'UE. Prendi per esempio il "metodo comunitario": una forza potente che ha contribuito a dare una speranza di pace e prosperità nel dopoguerra a tutte le popolazioni europee e che non ha ancora finito di esaurire il suo compito visto che tutte le nazioni europee tendono naturalmente a migliorarsi da tutti i punti di vista pur di entrare a far parte dell'UE (vedi Croazia, Macedonia, Albania, etc).
E andrebbe meglio analizzato Lisbona che è un punto di svolta a mio parere fondamentale nell'evoluzione dell'UE e che (ti cito) "è la nostra unica speranza di sopravvivere in uno scenario geopolitico in cui noi siamo un vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro".
Ciao e grazie anche a te del confronto interessante!
Paolos
23/5/09 19:50, Paolos ha scritto:
Chi dice che il Parlamento europeo ha pochi poteri, si legga questi articoli...
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=733213
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=733253
Buonanotte.
22/5/09 06:18, Fabrizio ha scritto:
Francesco sulla BCE hai detto quello che dicevo io. E' vero che la Banca d'Italia è partecipata da Banche private, ma lo era anche prima della nascita della BCE. In questo senso la BCE segue l'esistente, non innova nulla se non nel fatto che ora rappresenta un gruppo di paesi e non uno solo come la Banca d'Italia.
Sul discorso Costituzione europea... E' un termine assolutamente equivoco sia per chi è pro sia per chi è contro. La Costituzione italiana è nata tramite un'assemblea costituente eletta dal popolo. La Costituzione europea è nata attraverso una conferenza intergovernativa così come si fa per qualsiasi organizzazione internazionale. La Costituzione europea è e rimane un trattato internazionale (da cui ogni paese può uscire senza problemi... direi che una regione italiana non possa fare lo stesso) altrimenti si sarebbe dovuto prevedere, ad esempio, un meccanismo di modifica un po' diverso. Ad esempio un referendum a livello europeo e non a livello di singole nazioni. Altrimenti saremmo nella situazione paradossale di cui parlava Paolo, e cioè che si fa un referendum in 26 paesi in cui magari vince il si per il 70% (parlo di una situazione fantasiosa ora). Nel 27esimo paese vince il NO per il 50%+1 e grazie a una sola persona non passa la Costituzione. E' democratico questo???

Tutto questo per dire che, per quanto io sia a favore di una Europa unita politicamente non posso che prendere atto che oggi essa non è niente di più che un'organizzazione internazionale sui generis, in cui ci sono molti strumenti innovativi e in cui si prevede addirittura un parlamento ma che rimane purtroppo un'organizzazione internazionale dove basta che un paese alzi un po' la voce e si rimette tutto in discussione (vedi il piano 20-20-20 in cui si è mezza di traverso l'Italia) perché il potere decisionale è dei governi.
22/5/09 04:50, francesco ha scritto:
paolo ti ringraziono ancora e ti chiedo se sei d'accordo a rendere pubblico il nostro scambio di email in modo da condividere le nostre posizioni con gli altri e favorire la discussione.

per rispondere a fabrizio: è vero che la BCE è partecipata dalle banche nazionali, ma è anche vero che le banche nazionali sono in gran parte partecipate da istituti privati e banche commerciali (la banca d'italia è per il 45% del gruppo san paolo, pr il 50% di altri gruppi privati e solo per il 5% dell'INPS).
per quanto riguarda il discorso del referendum, io sono convinto che la sovranità in ultima istanza risieda nel popolo e non nella discrezione dei politici che lo rappresentano (infatti mi viene da storcere il naso quando si parla di democrazia delegata); il fatto che siano stati i rispettivi governi a decidere di non servirsi del referendum non è a mio avviso una scusante e non sposta il punto focale della discussione: una costituzione dovrebbe essere approvata tramite l'esercizio della democrazia diretta (non è stato così anche in italia?) e al di là dei contenuti tecnici del nuovo trattato di lisbona, trovo che sia indicativo il fatto che al secondo giro di approvazioni nessuno (a parte l'irlanda che era obbligata a farlo dalla sua costituzione), soprattutto francia e olanda, si sia servito del referendum.
quello che non mi va è il sistema politico europo, che è rappresentato il prima istanza dall'UE, ma di cui fanno parte anche molti e importanti rappresentanti dei governi nazionali.
nel mio scambio di battute con paolo ho citato il caso slovenia, in cui fried (vice di condoleeza rice) impartiva in una riunione segreta le istruzioni per il riconoscimento del kosovo ai membri del governo di jansa, presidente di turno del consiglio europeo. se questa è un'europa indipendente e sovrana...

francesco
21/5/09 17:23, Paolos ha scritto:
Scusa Francesco, prima ho sbagliato campo per il nome.
Ripeto il concetto: per approvare una legge/un trattato che ha effetto sul pianeta di Qualunquia è possibile che questa legge/trattato la approvi una camera del Parlamento, 2 camere del Parlamento o sia sottoposta a referendum, di TUTTA la popolazione che sarà sottoposta a quella legge/trattato. Allora la legittimità di quella consultazione sarà inoppugnabile.
Se invece sottopongo la legge/trattato a referendum nelle 20, 27, 50 regioni che compongono Qualunquia sto lasciando a ciascuna regione (magari una rappresenta lo 0,9% della popolazione) un VETO su quella decisione e questo NON è una dimostrazione di democrazia.
Spero di essere stato chiaro.
Sul testo non prendiamoci in giro: il 99,9% della popolazione europea NON ha letto nè la Costituzione nè il Trattato di Lisbona. E ripeto, Lisbona è al 96% uguale alla Costituzione da cui NON sono sparite le parti più criticate, ma solo parti "accessorie": nomenclatura e definizioni per lo più, ma la sostanza è immutata.
Ho capito che sei contrario all'Europa come è stata costruita, ma ti faccio la stessa obiezione che ho fatto ad altri: la Costituzione, il Trattato è una cornice in cui si muoverà l’UE, è come il telaio di un’auto.
Quindi: o dici come vorresti il telaio oppure devi ammettere che Lisbona è un telaio nuovo, migliore e quindi applicandolo ne esce anche un’auto migliore.
Grazie per la cività dei toni (non ho avuto altra fortuna nel dialogo con altri euro-scettici)!
21/5/09 16:36, Fabrizio ha scritto:
Pienamente d'accordo con "Una serie di sciocchezze".
Chissà perché quando si parla di Europa tutti si ricordano della CEE e nessuno si ricorda mai della CECA (e magari anche la CED) e dei motivi che hanno portato alla sua creazione. Magari leggersi qualcosa di Monnet o Altiero Spinelli non sarebbe male.
La BCE organo incostituzionale?? E quale legge costituzionale violerebbe che non violasse già la Banca d'Italia? Tra l'altro le decisioni della BCE non è che sono prese da chissà chi. Sono prese dalle Banche centrali nazionali dei paesi dell'euro, compresa Banca d'Italia.
L'europarlamento non ha poteri? Strano dato che in moltissime materie ha potere di Codecisione insieme al Consiglio, che è il vero organo decisore dell'unione ed è formato dagli Stati membri, quindi governi nazionali eletti dal popolo, non burocrati (per quanto la mia opinione dei governanti non sia certo migliore). La commissione senza il consenso dei governi nazionali non potrebbe fare nulla di nulla (Bolkestein insegna).
Referendum? E chi l'ha vietato???? Sono gli stati membri che decidono i procedimenti di ratifica dei trattati internazionali (perché di questo si tratta). Ognuno si regola come gli pare, non è certo l'Europa che impone chissà quale meccanismo.

Detto questo non è che sia tutto rose e fiori, anzi ci sono molti punti oscuri nell'Europa, ma i miei occhi sono puntati molto di più sugli Stati nazionali che usano l'Europa come espediente per fare le cose scomode senza pagare il prezzo politico perché "l'Europa lo vuole..."

Saluti
21/5/09 13:35, francesco ha scritto:
parto dalla fine: l'avversione di molti (anche mia, come suppongo si sia capito) alla nuova costituzione deriva dal fatto che il voto popolare ha palesato un diffuso scetticismo nei confronti dell'UE; tu dici giustamente che una minoranza delle popolazione europea si è effettivamente espressa contro? ma ciò è avvenuto perchè la maggior parte dei paesi non hanno voluto ricorrere al referendum ma sono ricorsi al più "affidabile" voto parlamentare.
i miglioramenti del trattato di lisbona inoltre si sono avuti per via di una ferma opposizione da parte di molti paesi europei, che ha palesato una profonda scontentezza rispetto a quello che era il vecchio testo, riuscendo a migliorarlo a rendendolo sempre e comunque criticabile.

la tua analisi inoltre è corretta da un punto di vista tecnico-giuridico; io però mi muovo su un altro terreno poichè sono profondamente contrario a questa europa e, coerentemente con questa mia posizione, metto in evidenza gli aspetti negativi dell'istituzione. in questo senso non ho problemi ad ammettere che sono molto "politico", anche perchè l'unione europea è bem più di un organismo sovranazionale, quindi un insieme di norme, regolamenti e strutture amministrative. l'unione europea rappresenta a mio avviso un espediente mirato a svuotare del suo peso geopolitico ed economico l'europa e i suoi paesi e dico questo senza paura di essere tacciato di essere un visionario o un complottista.

infine la mia modesta esprienza mi ha portato a conoscere qualche parlamentare europeo che mi ha confessato fra le righe che l'attività del parlamento, al di là di statuti e regolamenti, ha una considerazione veramente scarsa, prova ne sono le elezioni in quest'organo di new entry della politica o di personaggi a cui si vuole solo garantire una dignitosa uscita di scena dalla politica che conta (emblematico in questo senso il caso cofferati).
sulla BCE penso ci sia poco da dire: è sicuramente l'organo più incostituzionale dell'unione e la sua competenza anche solo limitandoci all'ambito monetario, come dici tu, ha un peso enorme. inoltre fanno parte della politica monetaria operazioni che hanno importanti conseguenza in tutti gli ambiti dlel'economia (penso per esempio alla regolazione dei tassi d'interesse).

mi fermo qua sennò va a finire che scrivo un apiro più lungo dell'articolo stesso! anche se le nostre posizioni sono diverse ti ringrazione per aver inserito il tuo commento, aiutandoci attraverso il confronto e il dialogo a crescere e ad arricchirci.

infine, vorrei concludere salutandoti per nome ma purtroppo non ti sei firmato...

francesco
21/5/09 12:49, Una serie di sciocchezze ha scritto:
Quest'articolo rappresenta una serie di sciocchezze e un'altra serie di inesattezze.
Andiamo con ordine.
"Esso è strutturato espressamente per sottrarsi alla legittimità del consenso popolare." Ma che significa? E' una istituzione sovranazionale, come ne esistono altre, ma altamente legittimata dal consenso popolare: il parlamento è eletto dai cittadini, il Consiglio è formato dai governi eletti dai cittadini e la commissione che riceve l’OK sia dal Parlamento sia dal Consiglio (con Lisbona).
Il Parlamento con Lisbona ottiene più potere, infatti la procedura di codecisione diventa la procedura ordinaria per la formazione delle direttive.
La Banca Centrale Europea governa la politica MONETARIA dell'UE, come altre banche centrali, NON ha nessun potere di natura economica.
"Struttura esclusiva e oligarchica"? Boh, vediamo. Abbiamo un quasi-esecutivo (la Commissione) con membri nominati dal presidente e approvati da Parlamento e Consiglio: uguale a qualsiasi altro governo. Abbiamo un parlamento eletto dai cittadini: uguale in qualsiasi altro paese. Abbiamo una quasi-camera alta (Consiglio dell'UE) con membri nominati dai singoli paesi: le camere di tipo federale sono uguali, vedi Bundesrat tedesco!
Il metodo di ratifica: è chiaro che i referendum nazionali sono sbagliati nel processo di ratifica a 27, perché non ha senso che lo 0,9% della popolazione UE si possa arrogare il diritto di far fallire un disegno approvato da 490 milioni di europei. Un referendum sarebbe adeguato se realizzato nella stessa dimensione dell'applicazione del Trattato, ovvero su scala europea! Altrimenti è come se in Italia per fare una legge nazionale dovessimo approvarla nelle 20 regioni per referendum! E quale legge passerebbe mai???
La revisione (da Costituzione a Trattato di riforma) ha eliminato ben poco di sostanziale: il Trattato di riforma è per il 96% identico alla Costituzione europea (tra l'altro con Lisbona i Commissari non vengono ridotti, a differenza del trattato di Nizza vigente).
Tra le positività, perchè non citiamo anche la possibilità per un milione di cittadini di proporre una legge al parlamento europeo, il sistema di calcolo in consiglio (la doppia maggioranza) che è più rispondente alla popolazione degli stati (e quindi più democratico), la riduzione delle decisioni all’unanimità in Consiglio (che elimina poteri di veto) e la clausola di solidarietà tra gli stati?
Concludendo: se l'UE di oggi non vi piace dovreste sostenere il Trattato di Lisbona che è MOLTO più democratico rispetto al Trattato di Nizza vigente!
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